Andando sulla pagina dell’editore Bao Publishing, cercando l’autore Alessandro Baronciani si apre la pagina che presenta la prima opera in collaborazione tra i due: la Baronciani Raccolta 1992-2012. Il formato è super-originale, è un cartonato 15×11, in pratica il formato di una cartolina postale, bello spesso però, perché raccoglie in 368 pagine tutti i lavori auto-prodotti, agli esordi, e prodotti mentre diventava “famoso” (le virgolette sono autorizzate dall’autore) come disegnatore, fumettista, grafico e la lista finisce qui per motivi di spazio. L’opera è catalogata nel genere: Radiografia della provincia emotiva, e davvero vi ritroviamo piccole storie, per la maggior parte in bianco e nero, che raccontano i paesaggi mentali, sociali e generazionali di ragazzi qualunque, realizzate per volantini di locali o per libretti di CD.
LA RACCOLTA
Come dice l’introduzione, questi venti anni per Baronciani sono stati vent’anni d’amore per il fumetto, e questo si ritrova negli “omaggi” a Topolino, che diventa la propria nemesi in Mickey MC, a Go Nagai, in Perché mi hai portato con te nella base segreta sotto la montagna se non mi vuoi più bene? che è allo stesso tempo un omaggio ai robottoni e al cinema italiano. Possiamo imbatterci anche in tanta musica in queste tavole, l’ennesima passione dell’autore, chitarrista e cantante dal gruppo punk Altro. Ogni racconto è un piccolo ritratto di una realtà semplice e quotidiana, criptica e claustrofobica a volte, simbolica e filosofica altre, e pretestuosa come è sempre la vita. Ma soprattutto è il disegno a far da padrone, la creazione perfettamente bilanciata dei segni bianchi e neri, che si compenetrano come il significato con il significante, che costruiscono piccoli capolavori di grafica, con semplicità e sapienza.
L’AUTORE
Alessandro è un ragazzo trentaquattrenne che è partito dal nulla, sperimentando per la prima volta un’impresa “mediatica analogica” (il neologismo è mio, scusate) in cui disegnava fumetti raccontando quello che i suoi “finanziatori” gli raccontavano attraverso messaggi e lettere, trasformandoli nei personaggi stessi dell’opera. In pratica, mi racconti la tua vita, ti abboni al mio fumetto e io metto su carta le cose che ti capitano. Così si è fatto conoscere e ora fa mille mestieri, lavora tra Pesaro e Milano, viene invitato come “guest star” alle fiere del fumetto ed anche all’estero e, siccome ci piace tanto, abbiamo pensato di intervistarlo e chiedergli qualcosa di più su di sé e sul suo lavoro, per conoscerlo meglio.
Alla domanda: chi è Alessandro Baronciani, come risponderesti? “Risponderei: presente.”
Che stavi facendo quando ti abbiamo disturbato per quest’intervista? “Ero in Albania, sono stato invitato dall’Istituto di Cultura Italiana all’Estero per parlare dei fumetti agli studenti delle scuole superiori. L’unico problema è stato quando, arrivato a Tirana, le insegnanti mi hanno detto che in Albania non esistono fumetti. Durante il regime non ne girava nessuno e oggi quelli che si trovano sono fatti a forma di libri per bambini, con il testo e l’illustrazione a fianco! Incredulo ho cercato una edicola ed era così. Ecco ho trovato Batman, lo apro e c’era una illustrazione a tutta pagina con il testo a fianco. Stessa sorte per l’Uomo Ragno e per le Winx.”
Ad aprile è uscita la tua Raccolta 1992-2012, che presenta i tuoi primi lavori inediti: guardandoli vi si può sentire il presente, l’attualità, la quotidianità, le riflessioni dietro la penna che scorre. Come è cambiata la tua opera nella storia, in questi anni? “Sono cambiate un po’ di cose, anche le case dove ho disegnato queste storie, per non parlare dei treni. L’unica cosa che non è cambiato forse è il tempo. Nel senso che mi trovo a dedicare sempre gli stessi ritagli di tempo tra un lavoro e un altro.”
Nei tuoi lavori ritroviamo un Topolino in versione Noir, degli eponimi di Goldrake e Tekkaman che affrontano il teatro della vita con un titolo alla Wertmüller e tanto altro. Sono omaggi ai tuoi miti di bambino o divertissement dissacranti verso le icone del passato? “Non so se siano omaggi o divertissement dissacranti. Entrambi sono lavori nati su richiesta. Il primo è stato un esperimento scolastico dove con i miei compagni di banco abbiamo pensato di creare dei numeri monotematici sugli eroi del fumetto. Il primo è stato Topolino, il secondo mai uscito sarebbe capitato a Batman. Invece sul titolo alla Wertmüller, quella è una citazione e sono contento che si sia capita.”
Il tuo modo di entrare nel mondo del lavoro è stato un gioco di equilibrismi tra la determinazione pragmatica e l’utopia. Della serie: credo in me e un giorno diventerò famoso e così è stato. Come ci si sente ad essere chiamati “un esperimento editoriale mai fatto prima”? “Famoso, penso sia una parola grossa. Non credo di esserlo, anche perché è sempre tutta salita. Non ci si rilassa mai in questo lavoro. Però è quello che mi piace e quello che so fare. In fondo mi danno dei soldi per qualcosa che mi diverte da quando facevo l’asilo. Mi piace lavorare con persone diverse e creare o instaurare dei rapporti. Le stesse cose che facevo quando spedivo i miei fumetti per posta. Se fosse per la mia voglia di disegnare storie a fumetti non avrei creato mai niente. È tutto merito degli abbonati che pagavano per delle storie che ancora avrei dovuto disegnare che sono andato avanti. Sono stati loro i miei primi sostenitori e raccontastorie attraverso le loro lettere che diventavano parte della mia storia a fumetti.”
Per il momento salutiamo Alessandro, che continuerà a rispondere alle nostre domande in Baronciani Racconta, la seconda parte dell’intervista, sabato 18 maggio!
Autore: Alessandro Baronciani, Titolo: Alessandro Baronciani Raccolta 1992-2012, Editore: Bao Publishing, Formato: cartonato cm 15×11, Pagine: 368, Prezzo: 16.00 euro, Volumi Totali: 1
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