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ANCONA – I marchigiani sono spaventati dalla cemento selvaggio, tant’è che la percentuale di essi è raddoppiata. Questo quanto riporta la Coldiretti Marche regionale sulla base del rapporto Istat-Cnel sul Benessere equo e sostenibile. Secondo i dati relativi al 2012, i cittadini che indicano l’eccessiva cementificazione tra le cinque priorità ambientali rappresentano oggi il 19 per cento della popolazione, contro il 10 per cento che esprimeva la stessa preoccupazione nella precedente rilevazione, risalente a più di dieci anni fa. Una pratica che mette a rischio seriamente l’assetto naturale del paesaggio.

 Non è un caso che negli ultimi tempi si sia aggravato il problema del consumo di suolo. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, ai 229mila ettari svaniti tra il 1960 e il 2008 se ne sono aggiunti altri 55mila nel giro di appena quattro anni, con una evidente accelerazione del fenomeno. In pratica, ben un terzo dell’intero territorio regionale che una volta era agricolo ha cambiato destinazione, e ciò senza considerare i guasti causati dal “fotovoltaico selvaggio”. Proprio sul consumo di suolo e sul governo del territorio la Regione Marche ha predisposto una proposta di legge attualmente in discussione con le forze sociali che dovrebbe presto arrivare in Consiglio.

“La conservazione della superficie agraria utilizzabile deve essere una priorità per preservarla dalla crescente urbanizzazione delle campagne – sottolinea Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche -, tutelando la disponibilità di superfici agricole per garantirne la fruibilità alle prossime generazioni che potranno praticarvi un’agricoltura imprenditoriale, innovativa ed ecosostenibile tutelando così il paesaggio agrario italiano”. Un’opportunità in più a sostegno di quel trend che vede i giovani indirizzarsi verso la campagna come dimostra il boom di iscrizioni fatto registrare dagli istituti agrari della regione, con un aumento del 20 per cento dei nuovi studenti.