SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È bagarre sull’esposto firmato da Daniele Primavera giunto all’amministrazione comunale in periodo pre elettorale. A far muovere il segretario provinciale di Rifondazione Comunista i manifesti affissi in città a pubblicità delle riqualificazioni effettuate nel mandato Pd, dalla Sentina alla pista ciclabile sull’Albula. Il sindaco Giovanni Gaspari se l’è legata al dito e, dopo aver sospeso assemblee pubbliche, inaugurazioni e distribuzione di volantini, ne parla in Consiglio e in conferenza stampa.
“Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale e indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”, si legge nell’articolo 9 delle legge sulla par condicio. Con questa citazione Daniele Primavera avanzava la presunta violazione agli organi addetti. E se la missiva inviata al Corecom di Ancona e all’Agicom di Napoli spinge il sindaco Gaspari a una ironia in sede di Consiglio comunale, Primavera spiega che il destinatario è stato scelto in base al dettato della legge.
Durante la conferenza di sabato 2 marzo, invece, la riflessione del sindaco sui manifesti ancora affissi e su che fine faranno le spese di quei volantini preparati e mai distribuiti. “Non sta a noi accertare le violazioni, ci sono organismi appositi che lo faranno. – commenta in una nota stampa Daniele Primavera – Nell’esposto la segnalazione riguardava nello specifico l’affissione dei manifesti autopromozionali e non il ciclo di incontri relativi all’illustrazione del bilancio. Quanto al problema economico di chi ha pagato il materiale stampato e affisso, o stampato e non distribuito per annullamento delle iniziative, va da sé che la responsabilità resta all’Amministrazione in entrambi i casi, sia in caso di sanzione che di assoluzione, essendo da ricondursi l’operato del Comune e essendo stato richiesto dal nostro esposto nient’altro che la rimozione dei manifesti affissi, mai avvenuta.”