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ANCONA – Nelle Marche solo 15 per cento del consumo di energia proviene da fonti rinnovabili. Lo afferma la Coldiretti regionale, in occasione di “M’illumino di meno”, la giornata per il risparmio energetico promossa dalla trasmissione di Radio Due Caterpillar. Un dato che colloca la nostra regione al quintultimo posto nella classifica nazionale.

In base ai dati Istat, urge la necessità di sviluppare le energie “verdi”, privilegiando gli impianti a misura di territorio realizzati dalle aziende agricole per il proprio fabbisogno. Le agroenergie, se gestite correttamente, oltre a garantire la riduzione della dipendenza dai prodotti fossili e dalle importazioni, consentono di diminuire le emissioni, di migliorare la qualità dell’aria e, più in generale, di tutelare l’ambiente e il territorio, riflettendo il ruolo multifunzionale che l’attività agricola svolge in termini di ricchezza e diversità dei paesaggi, di qualità dei prodotti e di retaggio culturale e naturale. Su questo fronte, a Sant’Angelo in Vado c’è il primo impianto a biogas a impatto zero sul territorio, realizzato dall’azienda agricola Luzi. Ma sono tanti gli agriturismi che si garantiscono l’autosufficienza energetica attraverso l’uso combinato di fotovoltaico, geotermico, riscaldamento a biomasse. E anche gli scarti delle olive, continua Coldiretti, possono essere, invece, usati per la produzione di energia, secondo una ricerca condotta da Università Politecnica delle Marche e Asteria.