“Si fa un gran parlare in questi giorni – si legge nella nota di Legambiente – delle enormi potenzialità delle olive ascolane. E di quali sarebbero le politiche più efficaci per promuovere questa eccellenza del nostro territorio. Eppure nessuno dice che, per quanto riguarda l’oliva tenera ascolana, ad Ascoli Piceno abbiamo un patrimonio immenso. Cioè centinaia di piante di ulivo della varietà tenera gentile ascolana, frutto del lascito della Famiglia Sgariglia. E lo stiamo facendo andare in malora”.
Ascoli Piceno: Legambiente denuncia il degrado di Villa Sgariglia
Legambiente torna sulle annose vicende del lascito Sgariglia, una volta vero e proprio motore economico del territorio. Un lascito di centinaia di ettari di terreni che sono rimasti incolti per troppo tempo, un’Azienda Agraria perennemente in perdita. E il danno non è soltanto economico. La chiesa dell’Assunta, capolavoro settecentesco di Lazzaro Giosafatti, restaurata nel 2000 in occasione del Giubileo, abbandonata da anni, è stata più volte depredata e ridotta ad un rudere.
“I ladri – prosegue Legambiente – hanno portato via le campane e perfino i fonti battesimali. Per non parlare dell’immenso complesso di Villa Sgariglia, restaurato e adibito anni fa a ristorante, oramai chiuso da anni. Ci uniamo alle forti parole di condanna del dottore in Scienze Agrarie Franco Passarini, che insieme al padre ha gestito questa proprietà per oltre 30 anni. E che da quasi 20 anni denuncia lo stato di abbandono di un’Azienda Agraria, 80 ettari di proprietà del Comune di Ascoli Piceno, che era il fiore all’occhiello del nostro territorio.
Per decenni i terreni di Campolungo donati al Comune di Ascoli, sono rimasti improduttivi.
Per decenni non sono state fatte le necessarie potature, e quando sono state fatte erano sbagliate. Adesso i circa mille ulivi che producevano la famosa oliva tenera gentile ascolana, che erano stati potati ‘a palmetta’, lasciando dei rami bassi per permettere la raccolta delle olive, si sono sviluppati in altezza. E ormai sono soltanto ulivi da olio.
Nell’anno 2000 questi terreni furono affidati ad un affittuario, che però fece ben poco per valorizzarli. E soprattutto non pagava gli affitti, per cui il Comune nel 2008 fu costretto a fare causa. L’affittuario venne condannato al pagamento di 210.000 euro di risarcimento, ma questa somma era inesigibile in quanto l’ex gestore dell’Azienda Agraria risultava nullatenente.
Per decenni l’Azienda Agraria è stata fatta andare in malora. O per incuria o perché qualcuno intendeva realizzare in quelle aree non meglio precisate speculazioni edilizie. Un’incuria ed un degrado che si sono protratti fino ad oggi, quando ormai le mille piante di oliva tenera ascolana sono oramai inutilizzabili. Perché in questi anni non sono state potate adeguatamente? Questi preziosi ulivi, se gestiti adeguatamente, avrebbero potuto soddisfare la richiesta di oliva tenera gentile ascolana. Ma i nostri Amministratori per decenni non hanno saputo gestire questo immenso patrimonio.”
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