Primo prelievo multiorgano su paziente a cuore fermo all’ospedale Madonna del soccorso di San Benedetto del Tronto. La procedura è stata eseguita su Remo Ruffini, 71enne deceduto nell’unità operativa complessa di anestesia e rianimazione del ‘Madonna del soccorso’.
Primo prelievo multiorgano a San Benedetto del Tronto
Remo Ruffini, il donatore, era stato ricoverato in seguito a una gravissima emorragia cerebrale. L’uomo era iscritto all’Associazione italiana per la donazione di organi (Aido) dunque aveva dato, in vita, il consenso alla donazione di organi e tessuti. Una volontà a cui si sono uniti anche i familiari dimostrando una grande generosità e una grande sensibilità nei confronti del prossimo.
Il prelievo a cuore fermo di fegato, reni e cornee è stato eseguito grazie a un lavoro di squadra. Lavoro di squadra che ha coinvolto tante professionalità, sia degli ospedali dell’Ast di Ascoli, sia del Centro regionale trapianti delle Marche.
La delicata procedura è stata portata a termine dalle dottoresse Tiziana Principi e Simona Amici, rispettivamente direttore e dirigente medico dell’unità operativa complessa di anestesia e rianimazione dell’ospedale Madonna del soccorso, in collaborazione con le colleghe dell’Uoc di anestesia e rianimazione dell’ospedale ‘Mazzoni’ di Ascoli (dove l’uomo era stato ricoverato inizialmente), Roberta Danieli e Mariangela Di Pardo,. E con la diretta assistenza del coordinatore del Centro regionale trapianti delle Marche, il dottor Benedetto Marini, e della sua équipe.
I chirurghi del Centro trapianti di Ancona hanno prelevato il fegato e i reni, mentre l’oculista Alessandro Santilli le cornee.
“Ritengo – commenta ila dottoressa Principi – che la collaborazione tra le due unità operative di anestesia e rianimazione della nostra Ast sia stata un grande esempio di vero staff aziendale. Ringrazio tutti i professionisti del blocco operatorio dell’ospedale di San Benedetto, dell’anatomia patologica, della radiologia e del laboratorio analisi, la direzione medica ospedaliera e la direzione sanitaria aziendale che hanno contribuito al buon esito del prelievo multiorgano. Che dire, poi, dei familiari del donatore? Sono delle persone meravigliose. Hanno dimostrato una grande sensibilità nei confronti del prossimo. Poprio come il loro caro venuto a mancare, che da vivo aveva espresso il suo grande desiderio di donare i propri organi dopo la sua morte”.
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