Le cosiddette “malattie invisibili”, ovvero quelle patologie croniche e invalidanti che colpiscono ogni anno moltissime donne, nelle Marche non sono più tali. L’Assemblea Legislativa della Regione, infatti, ha approvato all’unanimità la risoluzione presentata dal gruppo assembleare del Partito Democratico. Risoluzione che impegna la Giunta a riconoscere e includere la fibromialgia, la sensibilità chimica multipla, la vulvodinia e la neuropatia del pudendo nei Livelli essenziali di assistenza da parte del Servizio sanitario pubblico.
Marche, passa la mozione dem sul riconoscimento delle “malattie invisibili”
La risoluzione è l’ultimo atto di un percorso portato avanti in questa legislatura dal PD con le consigliere Manuela Bora, Anna Casini e Micaela Vitri a favore della salute delle donne. Tra gli impegni previsti figurano anche l’accrescimento delle competenze delle figure sanitarie idonee a garantire un’adeguata assistenza, l’individuazione di presidi sanitari pubblici dedicati alla diagnosi e alla cura attraverso la definizione di apposite linee guida volte a predisporre specifici protocolli terepeutici e riabilitativi, la promozione di periodiche campagne di informazione e sensibilizzazione al fine di diffondere una maggiore conoscenza dei sintomi, specie nelle scuole, a partire dagli istituti secondari di primo grado.
“Le priorità – scrivono i dem – sono agire sulla prevenzione e intervenire in ambito sanitario per consentire l’accesso gratuito alle cure. In Italia le donne che soffrono di queste malattie sono ancora troppe, senza alcuna tutela da parte del Sistema sanitario. Sempre più carente se non addirittura assente”.
“In sanità – scrive la Bora – l’invisibilità è la peggiore delle cose. Perché quando un malato si sente invisibile, e quindi non sostenuto, finisce inevitabilmente per arrendersi. E se è proprio chi versa in condizioni di maggiore vulnerabilità economica a vedersi preclusa ogni possibilità di cura, lo Stato ha già perso”.
“Per questo – aggiunge la Casini – chiediamo alla Giunta di attivarsi in tutte le sedi competenti per far sì che queste patologie vengano inserite nei Lea. Impegnandosi nel conseguente stanziamento di risorse aggiuntive per raggiungere gli obiettivi iscritti nella risoluzione”.
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