Sarà un ritorno molto importante e atteso, degna conclusione delle celebrazioni dei cinque secoli dalla morte di Pietro Vannucci, universalmente noto come Pietro Perugino. La Pala di Durante rientra a Fano, infatti, dopo un mirabile restauro condotto da un laboratorio di eccellenza: l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Pietro Perugino a Fano. ‘Primus pictor in orbe’
Quella del Perugino è un’opera identitaria per la città, detta infatti anche Pala di Fano. E’ attualmente in esposizione nella sala Morganti del Palazzo Malatestiano, nella mostra-dossier Pietro Perugino a Fano. ‘Primus pictor in orbe’.
‘Primus pictor in orbe’: così viene descritto Perugino nel contratto del 1488 che lo portava a lavorare a Fano. Città nella quale avrebbe realizzato due opere eminenti: la Madonna con il bambino in trono e i santi Giovanni Battista, Ludovico di Tolosa, Francesco, Pietro, Paolo e la Maddalena, detta Pala di Durante, e l’Annunciazione.
La Pala di Durante, un olio su tavola, fu eseguita per l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Nuova di San Lazzaro e fu realizzata a più riprese, tra il 1488 e il 1497. È così definita dal nome che compare nell’iscrizione sul piedistallo ai piedi della Vergine: Durante di Giovanni Vianuti, che nel 1485 fece un lascito ai frati Minori Osservanti, il cui convento venne più tardi trasferito nell’attuale sede della chiesa di Santa Maria Nuova.
Il pannello principale raffigura la Madonna con il Bambino seduta su un alto trono con ai lati i santi. Il gruppo è disposto all’ombra di un chiostro rinascimentale, aperto sullo sfondo verso un luminoso paesaggio collinare. A completamento della pala, una lunetta con Cristo in Pietà tra i dolenti e santi Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea e una predella con cinque Storie della vita della Vergine. Alla realizzazione o perlomeno progettazione grafica, alcuni storici dell’arte ritengono che abbia collaborato il più geniale allievo di Perugino e futuro protagonista della scena artistica, Raffaello Sanzio. All’epoca era appena quattordicenne.
La mostra
La mostra-dossier consente di vedere come mai prima la Pala e ogni sua sezione. Compresi i resoconti dell’eccezionale restauro più confronti fondamentali, grazie a riproduzioni digitali. In particolare, quello con la cosiddetta ‘pala gemella’, realizzata per l’altare maggiore della chiesa degli osservanti di Senigallia. Un confronto accattivante, con elementi didattici e scientifici di straordinaria importanza, che conducono dentro le grandi botteghe artistiche del tempo.
Il percorso espositivo, con le sue ricostruzioni virtuali e le riproduzioni, racconta i momenti che comprendono l’attività fanese, dallo scorcio degli anni Ottanta per arrivare alla conclusione della Pala di Durante nel 1497, quando Perugino era all’apice della carriera e, dopo il successo della direzione del cantiere sistino in Vaticano, lavorava a un ritmo vorticoso che imponeva il riutilizzo di invenzioni fortunate. Con variazioni più e meno significative e con l’aiuto di collaboratori.
La Pala di Durante: il restauro
L’epocale restauro, curato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ha riportato la Pala al suo splendore. Ha permesso, inoltre, di approfondire lo studio dell’opera del Perugino attraverso un’estesa campagna di indagini diagnostiche, radiografiche, fotografiche e multispettrali. Indagini curate da un gruppo di lavoro multidisciplinare di restauratori specializzati, storici dell’arte, esperti scientifici e fotografi. Sezione di centrale importanza, che accompagnerà il percorso della mostra, è quindi quella relativa alla documentazione del restauro, fonte indubbiamente di molte nuove e ulteriori acquisizioni e precisazioni.
La mostra “Pietro Perugino a Fano”, visitabile fino al 7 aprile 2024, è curata da Anna Maria Ambrosini Massari con Emanuela Daffra.
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