Articolo
Testo articolo principale

Nei giorni scorsi si è svolta l’audizione del Consorzio Vini Piceni alla XIII commissione agricoltura della Camera dei Deputati, presieduta dall’on. Carloni. Il Consorzio aveva chiesto di poter esporre pubblicamente ed ufficialmente le motivazioni che lo spingono a sostenere la modifica dell’art 44 della Legge sul Testo Unico vite e vino che riammetterebbe l’utilizzo dei vitigni che fanno parte integrante di un vino DOP tra cui il Montepulciano.

Consorzio Vini Piceni: audizione alla Camera dei Deputati

Le audizioni sono state articolate nel corso della giornata, coinvolgendo rappresentanti chiave dell’agricoltura e della produzione vinicola: Tito Cieri, funzionario del Dipartimento agricoltura della regione Abruzzo; rappresentanti dei produttori di vino Montepulciano della regione Abruzzo; Andrea Maria Antonini, assessore all’agricoltura della regione Marche. Più vari rappresentanti dei produttori di vino Montepulciano delle regioni Lazio, Marche, Molise, Puglia e Umbria.

“Essere riusciti ad esprimere la nostra opinione nella commissione parlamentare apposita – commenta il presidente del Consorzio di Tutela vini Piceno Giorgio Savini – è stato un grade traguardo. In audizione abbiamo spiegato ai membri che la possibilità di indicare il termine ‘Montepulciano’ sull’etichetta dei nostri vini significa soltanto rispettare uno specifico regolamento UE. Si tratta del n. 33 del 2019, il quale recita che i vitigni non sono proprietà privata bensì patrimonio di tutti. Siamo stati a Roma per difendere questo diritto dei produttori delle nostre denominazioni di origine di far conoscere realmente la composizione ampelografica delle nostre D.O. In particolare nel Rosso Piceno DOP, il rosso più diffuso delle Marche, e dell’Offida Rosso DOCG, tutelati da questo Consorzio.

Riteniamo paradossale che all’atto della descrizione dei vitigni che sono alla base dei nostri disciplinari, dove il Montepulciano può arrivare fino all’85%, dovremmo glissare come generico vitigno a bacca rossa. Tra l’altro la norma da noi auspicata ammetterebbe solo una descrizione generica, in maniera discorsiva e senza evidenziazioni di carattere.

E non campeggerebbe di fianco al nome della denominazione.

La nostra è una battaglia in difesa della trasparenza e correttezza nei confronti del consumatore delle nostre dop. Il consumatore ha il diritto di conoscere la reale composizione dei nostri vini e, quindi, non è un affronto al comparto abruzzese a cui, nelle misure in cui il termine ‘Montepulciano’ viene ammesso, non può far concorrenza o creare confusione. La confusione verrebbe creata solamente se si ammettesse il suo sinonimo, ovvero il ‘Cordisco’. Un nome riesumato dal dimenticatoio, di cui non si rileva traccia nei nostri disciplinari, e probabilmente sconosciuto anche a molti del comparto del Montepulciano d’Abruzzo.”

consorzio vini piceni

Da sinistra: il direttore del Consorzio Vini Piceni Armando Falcioni e il presidente Giorgio Savini

 

Oltre al Consorzio Vini Piceni, erano presenti anche gli esponenti dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e autorevoli esponenti del mondo vitivinicolo.

“Ringrazio l’onorevole Carloni – ha concluso Savini – per la disponibilità ad ascoltare le nostre tesi.  Noi piceni rappresentiamo, in termini di numeri, il comparto maggiormente coinvolto così come tutti gli esponenti di altre realtà vinicole che hanno confermato tale posizione. Insieme abbiamo ritenuto che a questo punto sarebbe opportuno chiedere un incontro con il ministro Lollobrigida per confermare quanto da noi sostenuto. Ringrazio anche l’assessore regionale all’agricoltura Antonini e tutti quei parlamentari ed esponenti politici del territorio piceno che hanno ritenuto questo cammino giusto.”

L’evento si è concluso con una degustazione arricchita dai sapori unici dei prodotti DOC d’Italia, tra cui i vini del Consorzio Tutela Vini Piceni.

Leggi anche Autoctoni Gourmet: il grande successo della nuova edizione

TAG: , , , ,