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La Comunità Slow Food di Favalanciata per la valorizzazione delle Fave protagonista a Slow Beans 2023. Nei giorni scorsi Capannori, in provincia di Lucca, si è tenuta la manifestazione che ogni anno riunisce i produttori e promotori di legumi dell’omonima rete di Slow Food. C’erano anche i referenti di Favalanciata.

Legumi: lo Slow Beans 2023

Capannori ha ospitato l’annuale meeting della Comunità leguminosa di Slow Food. Con esso anche la mostra mercato con oltre 30 realtà presenti tra Presidi Slow Food e iscritti nell’Arca del Gusto provenienti da ogni angolo d’Italia. E dal resto d’Europa. Tutti uniti per affrontare le sfide globali del futuro. Dalla Lettonia alla Germania, dall’Albania alla Bulgaria e da tutta Italia, i referenti hanno promosso le proprie biodiversità. Oltre alle fave di Favalanciata erano presenti, tra i tanti, la Cicerchia di Serra De’ Conti, la Piattella Canavesana, il Fagiolo Gialèt, il Fagiolo di San Quirino, la Lenticchia di Rascino, il Fagiolo di Controne, la Lenticchia Nera delle Colline Ennesi, la Comunità dei Legumi di Zollino. Fino ai padroni di casa del Fagiolo rosso di Lucca.
 
“Abbiamo condiviso i nostri sapori e le nostre tradizioni – spiega Matteo Mattei, portavoce della Comunità di Favalanciata – tra tante realtà nel mondo dei legumi italiani e internazionali. Lo abbiamo fatto davanti a un pubblico di appassionati della tematica. Dalla Toscana torniamo con un aggiornato bagaglio culturale, sempre più convinti che quella intrapresa è la strada giusta verso un futuro agibile nelle nostre terre”.

legumi

Slow Beans 2023

Legumi per il futuro

I legumi, considerati durante i decenni del boom economico il ‘cibo dei poveri’, sono ora riconosciuti come un alimento essenziale in una dieta che aiuta a vivere a lungo e in salute. Ricchi di antiossidanti e fibre, aiutano a prevenire malattie cardiovascolari e diabete. La FAO riconosce che sono fondamentali per la sicurezza alimentare, in quanto sono una fonte di proteine e micronutrienti a prezzi accessibili. E possono essere conservati per un lungo periodo. Inoltre, una dieta ricca di legumi fa bene all’ambiente: i legumi richiedono meno input e arricchiscono il suolo fissando l’azoto. La loro coltivazione ha un impatto minore rispetto alle proteine animali, perché comporta meno emissioni di gas serra e un’impronta idrica ridotta.

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