Le associazioni e i cittadini chiedono che la Provincia di Ascoli Piceno ritiri “i piani di controllo e di abbattimento delle volpi per infondatezza, inutilità, nocività. E soprattutto per crudeltà”. Riportiamo integralmente la lettera inviata alle istituzioni regionali e provinciali.
Volpi: la lettera delle Associazioni
Abbiamo recentemente appreso dalla stampa – si legge nella lettera – che la Provincia di Ascoli Piceno ha dichiarato guerra alle volpi. Secondo il Comandante della Polizia Provinciale, dopo i cinghiali, “in questo periodo stiamo assistendo anche ad un’altra emergenza, che è quella dell’aumento delle volpi. Per gli stessi motivi dei cinghiali osserviamo un proliferare di questo animale che determina uno squilibrio ambientale, perché rendono difficile il ripopolamento di altre specie”. (dott. Vendrame al Resto del Carlino – 25.02.23).
Al via dunque il “Piano di abbattimento 2023”, redatto dai cacciatori dell’ATCAP2 (Ambito Territoriale di Caccia) i quali, sulla base di censimenti effettuati, con imbarazzante conflitto di interessi, da loro stessi, hanno stabilito che le volpi, stimate in 700-800, sono in esplosione demografica. E hanno deciso di ucciderne 826!
Per realizzare la carneficina, il Comandante della Polizia Provinciale, con determina n. 2 del 10/01/2023, ha disposto che tutti gli Agenti della Polizia Provinciale concorrano a uccidere le volpi e i cuccioli nelle tane, già dal 1° gennaio e fino al 30 giugno. Cioè nel periodo in cui le volpi partoriscono e accudiscono i cuccioli!!
Contestiamo la dichiarata “emergenza” circa il numero di volpi.
Purtroppo si tratta dell’ennesimo allarmismo ai danni di qualche animale selvatico col solo fine di avvantaggiare i cacciatori. Consentendo di sparare ovunque, tutto l’anno, ed eliminando i loro competitori naturali.
Quale “squilibrio ambientale” potrebbe mai apportare un predatore naturale, invece fondamentale nell’ecosistema? Le volpi sono animali territoriali, quindi non possono mai trovarsi in “sovrannumero”. Infatti, a fronte della dichiarata emergenza, ogni anno, nei cinque mesi di caccia, le volpi uccise sono una ventina su tutto il territorio provinciale (dati abbattimenti 2020: n. 23 volpi). Non sono altresì documentati danni attribuiti alle volpi, né richieste di risarcimenti o di strumenti dissuasivi forniti gratuitamente dalla Regione.
Dunque le volpi sono “troppe” solo per i cacciatori.
Infatti l’unico obiettivo del “Piano di controllo Regionale” è la “tutela delle specie di interesse venatorio”, e analogamente del “Piano abbattimenti 2023 ATC AP” è “ridurre la predazione su galliformi”. Nessuna finalità naturalistica o di interesse collettivo, ma solo impedire che le volpi possano cibarsi della fauna pronto caccia, totalmente inadatta alla vita selvatica. Fauna liberata dagli ATC in primavera–estate, per essere uccisa a settembre. Non è un caso che l’”emergenza” sia stata dichiarata proprio in concomitanza con il rilascio sul territorio, a febbraio, di 1.200 fagiani.
I nostri amministratori, invece di tutelare il patrimonio collettivo della biodiversità e degli ecosistemi, continuano a favorire una ristretta minoranza. Si legalizza lo sterminio di una specie fondamentale per l’ecosistema, per garantire il divertimento dei cacciatori, i quali, invece, liberando ogni anno migliaia di animali di allevamento, sono di fatto gli unici artefici di squilibri ambientali: non dimentichiamo che il problema cinghiali è stato creato da loro proprio secondo lo stesso meccanismo privo di ogni logica.
La caccia alle volpi in tana
Ciò premesso, riteniamo soprattutto inaccettabile che ancora oggi, senza alcun interrogativo etico, si possa consentire la caccia in tana. Un metodo caccia medioevale e sicuramente il più crudele e sadico.
Essa si svolge mandando cani appositamente addestrati dentro le tane dove mamme e cuccioli sono rifugiati. Anche incitandoli a una lotta furiosa, con inevitabile sbranamento delle volpi e, spesso, ferimenti gravi anche dei cani. I cacciatori attendono fuori con i fucili i poveri animali eventualmente in fuga, ma la volpe difenderà fino alla morte i suoi cuccioli e se stessa. E poichè rimarrà avvinghiata ai cani, sarà impossibile finirla con uno sparo. Altrettanto dolorosa sarà la fine dei cuccioli nel caso improbabile riescano a scampare l’attacco di cani e cacciatori perché, rimasti soli, moriranno di fame.
La Provincia di Ascoli Piceno ha potuto autorizzare la caccia in tana perché, purtroppo, già approvata dalla Giunta Regionale Marche, all’unanimità (Carloni, Aguzzi, Castelli, Latini, Saltamartini), con “DGR1536/2020-Piano di Controllo quinquennale Volpe e Corvidi”. Nonostante questo provvedimento regionale sia oggetto di ricorso al Tar Marche da parte delle associazioni ENPA, LAC, LAV, Lupus in Fabula, e attualmente in attesa del giudizio di merito, ciò non ha comportato un atteggiamento di cautela da parte di Regione e Province nell’applicarlo con abbattimenti immediati.
Nonostante gli appelli di centinaia di migliaia di persone al governo e agli amministratori locali, nonostante studi scientifici abbiano dimostrato che la morte delle volpi avviene per sbranamento, e nonostante più volte la Corte Costituzionale abbia stabilito che si configura una inutile crudeltà e un vero e proprio combattimento tra canidi, considerati dal nostro ordinamento gravi reati, la caccia in tana continua a non essere vietata.
Ma ciò che oggi è legale, non necessariamente è anche accettabile.
Ed è sicuramente destinato a cambiare con la consapevolezza e la civiltà. I cittadini e le cittadine sono a maggioranza contrari alla caccia e una politica che non ne tiene conto è irresponsabile.
Chiediamo di fermare le uccisioni delle Volpi.
Ancor più se per sbranamento e fucileria alla tana, perché condotte con inutile crudeltà, strazio e sevizie, mediante combattimento tra animali vietato dalla L. 189/2004.
CI APPELLIAMO
ai nostri Amministratori affinché svolgano il loro compito di tutelare la biodiversità e gli ecosistemi. Nell’interesse di tutti e anche delle future generazioni, come sancito dalla recente modifica dell’art. 9 della Costituzione, anziché continuare a favorire una ristretta minoranza.
CHIEDIAMO
al Comandante della Polizia Provinciale e al Presidente e Consiglieri della Provincia di Ascoli Piceno, il ritiro immediato della “Determina n. 2 del 10/01/2023” e del “Piano Di Intervento Volpi 2023” redatto dall’ATC Ascoli Piceno per infondatezza, inutilità, nocività in quanto relativo a interesse minoritario. E soprattutto per estrema crudeltà.
Per gli stessi motivi NUOVAMENTE CHIEDIAMO
alla Giunta Regionale di revocare il “Piano di controllo Volpi DGR. 1536/2020”. Le Associazioni e i cittadini firmatari restano fiduciosi in un Vostro riscontro.
Associazioni firmatarie
L’appello è stato sottoscritto da:
Amici Animali – Osimo: Manuela Pallotta, presidente.
Appa Associazione Provinciale Protezione Animali – Ascoli Piceno: Patrizia Castelli, presidente.
Enpa Marche: Andrea Brutti, responsabile Fauna Selvatica.
Enpa Delegazione Ascoli Piceno: Maria Castelli, delegata provinciale.
Ente Zoologico Ecologista – Fano: Paola Pacassoni, presidente.
Lac Marche: Danilo Baldini, delegato regionale.
Lac Ascoli Piceno: Sabrina Simonetti, delegata provinciale.
Lav Marche: Giovanni Cifaldi, responsabile Settore Caccia.
Lav Marche: Maria Aquila, responsabile LAV per le Istituzioni delle Marche.
L’Amico Fedele ODV – San Benedetto del Tronto: Concetta Agostini, presidente.
Legambiente Ascoli Piceno: Diana Di Loreto, presidente.
Lipu: Stefano Quevedo, coordinatore regionale Marche.
Lndc – San Benedetto del Tronto: Domenico Pietroforte, presidente.
Oipa – Ascoli Piceno: Fabrizio Bruschetti, presidente.
Lupus In Fabula: Flavio Angelini, presidente.
Wwf Marche.
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