Guida Extravergini 2023, pubblicati gli oli premiati da Slow Food. La guida offre al lettore uno spaccato dell’olio lungo la penisola, preciso, completo e ricco di particolari di un comparto centrale della nostra cultura, agricoltura e gastronomia.
Guida Extravergini, alle Marche 4 chiocciole e 8 Grandi Oli
Per meglio giostrarsi nel dedalo delle offerte del mercato dell’olio, da oltre vent’anni c’è la Guida agli Extravergini di Slow Food Italia, pubblicata con il sostegno di Ricrea e Biodea. Giunta alla sua 24esima edizione, la guida recensisce 766 realtà tra frantoi, aziende agricole e oleifici, 1227 oli tra gli oltre 1600 assaggiati. I riconoscimenti classici sono, la Chiocciola grande grigia indica le aziende (40) che si distinguono per il modo in cui interpretano i valori produttivi (organolettici, territoriali e ambientali) in sintonia con la filosofia Slow Food. Il Grande Olio (81), indicato con il disegno dell’Oliva, è attribuito agli extravergini che si sono distinti per particolari pregi dal punto di vista organolettico e perché ben rispecchiano territorio e cultivar. A queste caratteristiche, il Grande Olio Slow (124), riconoscibile dalla scritta slow in campo verde, premia l’attività delle aziende che adottano pratiche agronomiche sostenibili per l’ambiente e per il lavoratore.
I commenti
“L’olio extravergine non è un semplice condimento, ma un alimento nutraceutico, in grado di fornire all’organismo l’apporto di sostanze essenziali che aiutano anche a prevenire numerose malattie. La guida è un valido strumento per conoscere l’olio, chi lo produce, dove e come. Per questo da anni Slow Food promuove l’etichetta narrante dove ogni produttore può raccontare cosa stiamo acquistando in tutti i suoi aspetti“. Le parole di Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.
“Se vogliamo sintetizzare l’annata olivicola 2022 con una parola, questa è siccità. Durante gli incontri con i produttori e i coordinatori regionali della guida, è emerso come, da Nord a Sud, la produzione sia stata condizionata dall’aumento delle temperature e dai troppi giorni senza precipitazioni. Un fenomeno intorno al quale si dovrà costruire la strategia futura di questo comparto che non deve farsi attrarre dalla produzione intensiva, che per altro richiede più acqua e fertilizzanti, andando, inoltre, a snaturare il rapporto culturale e identitario con un prodotto simbolo della cucina e del paesaggio”. Il commento di Francesca Baldereschi, curatrice della Guida agli Extravergini.
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