Vini marchigiani protagonisti a Cesena, trentatre le cantine che hanno portato a casa un riconoscimento nella guida Vitae. La premiazione ha rappresentato il corollario di un lavoro senza sosta nell’arco dell’anno.
Vini marchigiani, oltre 30 riconoscimenti dall’AIS
Trentatre i vini delle Marche che hanno portato a casa il riconoscimento eccellente al la seconda edizione di “Esperienze di Vitae“, evento dell’Associazione Italiana Sommelier. Tra questi ben cinque hanno ottenuto anche la Gemma 2023, un ulteriore riconoscimento per le loro performance migliori e i giudizi più lusinghieri. A fregiarsene Bianko 2020 di Macondo, Castelli di Jesi Verdicchio Classico Vigna Il Cantico della Figura Riserva 2019 di Andrea Felici. Il Conero Campo San Giorgio Riserva 2018 di Umani Ronchi, Isra 2019 di Maria Letizia Allevi e il Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2019 di Velenosi. Vino, quest’ultimo, che si è aggiudicato un ulteriore premio, il Tastevin. Il motivo, l’aver contribuito a imprimere una svolta produttiva al territorio di origine rappresentandone un modello di riferimento di valore.
Si è da poco conclusa la seconda edizione di “Esperienze di Vitae”, il grande evento del vino che sabato 25 marzo ha raccolto presso la Fiera di Cesena i vini top di 4 territori: Marche, Emilia, Romagna e Umbria. Premiati 116 produttori complessivi che hanno ottenuto le Quattro Viti nella Guida Vitae 2023 dell’Associazione Italiana Sommelier, vale a dire il massimo riconoscimento. Ospite d’onore della kermesse il presidente nazionale AIS Sandro Camilli, il suo ringraziamento lo ha rivolto ai produttori. “Grazie a loro possiamo svolgere il meraviglioso lavoro di raccontare i nostri territori attraverso il vino. Ho un sogno, che il mondo produttivo in Italia faccia più sistema, a maggior ragione in questo periodo. Il vino è un grande protagonista della tavola nonché simbolo di promozione del territorio e non può subire la campagna mediatica denigratoria che sta subendo. Quando nelle nostre aule formiamo figure professionali qualificate lo facciamo per diffondere la cultura del vino, non per promuovere il consumo dell’alcol“.