Medioevo e medicina, negli ultimi giorni La Sapienza di Roma ha pubblicato un’interessante ricerca. Le analisi su un cranio rinvenuto nei pressi di Ascoli Piceno, hanno rivelato i segni di almeno due operazioni chirurgiche.
Medioevo, la prima chirurgia cranica a Castel Trosino
Scoperta l’esistenza di trapanazioni nel cranio di una donna longobarda, rinvenuto nel cimitero di Castel Trosino, presso Ascoli Piceno. A rilevarlo, un nuovo studio coordinato da La Sapienza in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il McDonald Institute for Archaeological Research di Cambridge, le Università di Aix-Marseille e di Caen in Francia e l’Università di Washington. Le analisi macroscopiche, microscopiche e la tomografia computerizzata (TC) hanno rilevato i segni. Almeno due operazioni effettuate sul cranio, tra cui un intervento chirurgico a forma di croce, di poco precedente alla morte della donna.
Grazie all’applicazione di un nuovo metodo di indagini biochimiche ad alta risoluzione, applicato a uno dei denti conservatisi, sono state ricostruite alcune variazioni della dieta e della mobilità della donna. Ciò ha permesso di identificare cambiamenti nell’alimentazione e nell’ambiente frequentato nel corso della sua vita. Allo stesso tempo di evidenziare cura e interesse fornitole dalla comunità. La scoperta apre la strada a futuri studi sulle ragioni e sulle modalità di terapia. Oltre che sul ruolo assistenziale della comunità nei confronti del malato durante il Medioevo.
Il commento
“Abbiamo scoperto che la donna era sopravvissuta a diversi interventi, essendo stata sottoposta a una terapia chirurgica a lungo termine, che consisteva in una serie di trapanazioni successive“. Le parole di Ileana Micarelli dell’University of Cambridge, ex post doc in Sapienza e primo autore dello studio.
“L’ultimo intervento chirurgico sembra essere avvenuto poco prima della morte dell’individuo. Non ci sono lesioni che possano far pensare alla presenza di traumi, tumori, malattie congenite o altre patologie. Inoltre, anche se è intrigante considerare la possibilità di un motivo rituale o giudiziario, Nessuna evidenza osteologica o storica sostiene ipotesi del genere“. La conclusione di Giorgio Manzi del Dipartimento di Biologia ambientale.
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