Una stampante 3D che possa funzionare usando bottiglie di plastica da buttare. Possibile? Sembra che sia così (o quasi). Ormai “sorpassate” le normali stampanti bidimensionali, stiamo per entrare nell’era di quelle 3D. Il problema che sorge da questa evoluzione, però, è principalmente di tipo economico.
L’alto costo non è tanto nella stampante in sé (che può andare dai 300 ai 2000 euro), quanto nel materiale da usare, i filamenti di plastica per creare oggetti tridimensionali. È possibile infatti pagare un chilo di questi filamenti anche intorno ai 36 euro. Ma grazie a Filebot questo onere economico pare possa essere risolto. Infatti questo non è altro che un macchinario capace di triturare delle normali bottiglie di plastica per poi trasformarle in filamenti da 3 o da 1,75 millimetri, pronti per essere utilizzati dalla nostra stampante. Sembrava solo un progetto destinato a non realizzarsi, e invece le ultime voci parlano di un recente avvio della produzione. Forse troveremo a breve sul mercato questo strumento vantaggioso per il portafogli e per l’ambiente.