Fashion & Luxury è un settore dove cresce la digitalizzazione dei canali di vendita. Lo conferma la ricerca Fashion Luxury Industry Trends & Store of the future, che Deloitte Digital ha realizzato per MonteNapoleone District.
Fashion & Luxury, cresce la digitalizzazione del settore
Lo studio di Deloitte Digital segnala che le vendite totali derivanti dai canali Marketplace (+17%) ed e-Commerce (+21%) dei bran del quadrilatero della moda di Milano, sono cresciute significativamente. Le stime riportano che nel 2025 il mercato dell’e-Commerce possa raggiungere 1,1 trilioni di dollari. Ma la crescita riguarda anche le vendite sui social network con un incremento del +18%. A restare ancora in fase di valutazione il Metaverso, i prossimi sviluppi riveleranno la portata economica di tale nuovo sistema.
Quello che emerge è che il settore sta evolvendo sempre più verso negozi omnichannel esperienziali. Il consumatore effettuerà la maggior parte degli acquisti tramite il metodo ROPO (Research Online Purchase Offline). Allo stesso tempo i clienti si aspettano, dai retailer e dai rivenditori del settore, un servizio sempre più personalizzato. Per molti acquirenti del settore lusso, la personalizzazione è fondamentale (72%).
I negozi fisici restano strategici
Nonostante la crescita della digitalizzazione di sistema, la ricerca conferma che nel 2025 oltre il 70% dei ricavi dei player globali del settore sarà generato da canali offline. I negozi fisici del lusso sono e rimarranno un canale vitale. Per molti aquirenti, un punto di riferimento anche per i prossimi anni. Circa il 60% dei clienti infatti preferisce ancora comprare nei negozi fisici e in particolare, il 47% dei consumatori desidera toccare i prodotti. Come allo stesso modo provare i prodotti. Il 70% afferma che gli assistenti alle vendite costituiscono delle figure fondamentali nell’esperienza di shopping.
Sostenibilità e second hand
Tra le tendenze legate alla sostenibilità nel Fashion, il second hand continuerà a diffondersi. Nei prossimi anni avrà un CAGR compreso tra il 15% e il 20%. Si prevede che la quota dell’usato aumenti di circa +28%, impattando le performance degli altri canali.