Roma localtion dell’ultimo libro edito dall’ascolana FAS Editore. Nella giornata di giovedì 13 ottobre è stato presentato “Ora siamo ciechi” di Antonio Vento. Sono intervenuti il presidente della Fondazione Willy Brandt Mario Spadari, il giornalista Francesco Vergovich, l’autore Antonio Vento e l’editore Marco Corradi.
Roma, FAS Editore ha presentato “Ora siamo ciechi”
Giovedì 13 ottobre presso la Fondazione Willy Brandt di Roma, è stato presentato il libro “Ora siamo ciechi” di Antonio Vento FAS Editore. Una metastoria ambienta a Roma in cento giorni di oscurità. Una prova coraggiosa di letteratura, che sfida i tempi e le mode. Una maniera filologica di usare il linguaggio, lasciando all’espressività il vantaggio della spontaneità e della naturalezza. Un linguaggio che non chiede giudizi, chiede soltanto una sensazione tra lo scrittore e il mondo delle persone. Un giudizio infatti impedirebbe il raggiungimento dell’essenza (éidos) della storia, che spesso diventa metastoria per esigenza ontologica. La prassi è anche idea, pensiero e universale messaggio morale. Le parole zampillano, nel buio, senza pudore.
Il romanzo
Protagonisti principali dell’opera sono Leonardo e la sua famiglia. Queste vivono vicende complesse in cui la stessa città di Roma diventa un personaggio amaro. Un personaggio che inasprisce ancora di più la situazione già complicata: tra furti, immondizia, clochard, topi e gabbiani sempre più aggressivi. Leonardo, come anche i suoi amici e familiari, vivono un momento in cui tutto è caos, tanto che la psiche del protagonista nel risentirà tra visioni e metamorfosi inaspettate. Nel buio s’infittisce che il silenzio e il sesso si incontreranno per le strade romane. Non ci sarà più fede ma solo angoscia esistenziale. Tornata la luce, gli occhi ritroveranno la gioia della rinascita in una società senza pregiudizi. Un nuovo umanesimo. Il linguaggio del romanzo è complesso e mette in atto ricerche semantiche, di comunicazione, ritmiche, grammaticali e a tratti poetiche e musicali.
Antonio Vento
Nato in Calabria nel 1945, l’autore già da ragazzo mostra il suo talento e la voglia d’impadronirsi del sapere imparando da autodidatta la lingua latina. A 15 anni, già scrive racconti e poesie; mentre a Locri, negli anni del Liceo, fonda un giornale intitolato “Arie Moderne”, sul quale affronta problemi sociali e politici. Il terzo numero di “Arie Moderne” viene sequestrato in tipografia, a Reggio Calabria, dai Carabinieri e vietata la continuità della stampa. Laureato poi in Medicina e si specializza in Psichiatria Clinica e Antropologia Forense, eserciterà queste professioni e insegnerà per molti anni proprio presso “La Sapienza” di Roma. Partecipa ai movimenti del ’68, in Italia e a Parigi, dove conosce Sartre e Picasso. Mentre nei primi anni Settanta, conosce Bertrand Russell a Londra nella marcia per la pace del lunedì di Pasquetta. A Trieste, collabora con Basaglia e con Psichiatria Democratica per la chiusura dei manicomi.
Attualmente è alle prese con la realizzazione di una nuova Commedia, in versi rimati, dal titolo “Generemachia”. In più, con l’aiuto di alcuni intellettuali, lavora per rendere conosciuti molti scritti inediti come poesie, lavori filosofici, romanzi, teatro e, per i più piccoli, favole illustrate, ai quali l’autore dà molta importanza.