Confartigianato Imprese Marche rilancia l’allarme per i pesanti rincari dell’energia che schiacciano artigiani e piccole imprese. Il presidente Emanuele Pepa chiede un intervento immediato del Presidente Draghi affinchè venga ridotto l’impatto degli aumenti dei costi di elettricità e gas. Costi che nell’ultimo anno hanno subìto un rincaro del 400%.
Confartigianato: intervenga Draghi, poi il nuovo Governo
Ad agosto le tensioni sui mercati energetici si sono ulteriormente acuite. E hanno generato un impatto straordinario sui prezzi di gas ed elettricità amplificando incertezze e rischi per le imprese e per l’economia italiana.
“Il caro-energia – sottolinea il presidente di Confartigianato Marche Pepa – richiede un intervento immediato in quanto le aziende non riescono a sostenere questi gravosissimi nuovi costi. E dovrà essere tra le prime emergenze per il nuovo Governo, in continuità con le azioni calmieratrici già adottate dal Governo Draghi. Che però sono state ampiamente superate. Le cause dei rincari vanno affrontate in una prospettiva strutturale. Occorre attuare incisive politiche di diversificazione del mix energetico, puntando sulla riduzione della dipendenza dal gas russo. E investendo sulle energie rinnovabili, sul nucleare, sui termovalorizzatori e sull’efficienza rendendosi autonomi per evitare di rimanere sotto scacco come accade oggi”.
Altrettanto importante, secondo Gilberto Gasparoni, segretario di Confartigianato Marche, intervenire sulla composizione tariffaria con una misura strutturale di riduzione degli oneri generali in bolletta. “Non possiamo affrontare l’autunno e l’inverno – spiega – con il rischio che il caro bolletta ci porti verso una nuova recessione. Dopo le fatiche del sistema produttivo per ‘rimanere aperto’”.
Confartigianato: le proposte
Confartigianato ritiene indispensabile che a livello europeo si giunga rapidamente all’introduzione di un tetto al prezzo del gas. E che si adottino azioni per contenere l’impatto dei rincari sulle MPI, impedendo una escalation dei casi di lockdown energetico che porterebbe ad una grave recessione. Le Marche poi, con oltre 140.000 imprese, quale seconda regione manifatturiera sta subendo, più di altre, i colpi del caro energia.
“Per queste ragioni – spiega Confartigianato Marche – non possiamo sostenere aumenti che vedono le bollette passare da 1.000 a 4.000 euro per un gelatiere. O da 5.000 a 20.000 euro per una manifattura. Così come non vogliamo spegnere i condizionatori necessari per lavorare dignitosamente o mettere il personale in smart working o chiudere le imprese. Sono costi che rendono impossibile proseguire l’attività e per questo servono subito una riduzione del carico fiscale e un rimborso delle imposte pagate sulle recenti bollette. Restituendo i grandi profitti che fanno le aziende produttrici che in questi periodi stanno registrando utili stellari a spese dei cittadini e delle imprese. E con lo Stato che fa cassa a piene mani. E’ necessario, quindi, bloccare i prezzi a condizioni ragionevoli. Insomma: bisogna assolutamente intervenire, per salvaguardare imprese e posti di lavoro”.
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