Dopo essersi sbloccata nel 2020, la ricostruzione nel centro Italia post terremoto 2016-2017 è entrata in una fase più matura. Lo afferma il Commissario straordinario Giovanni Legnini presentando il rapporto 2022.
Ricostruzione post terremoto: i dati
Il Rapporto fa il punto sullo stato di avanzamento della ricostruzione privata, di quella pubblica e della riparazione delle chiese e degli edifici di culto. Negli ultimi due anni la ricostruzione ha fatto registrare un avanzamento importante, con l’apertura di 10mila cantieri dell’edilizia privata e un’accelerazione significativa degli interventi pubblici. Questi ultimi registrano 365 opere terminate e altre 315 cantierate. “Risultati – si legge nel rapporto – che solo un difficilissimo contesto esterno, segnato dalla pandemia, dall’esplosione dei prezzi, dalla saturazione del mercato edilizio, dalle conseguenze della guerra, ha impedito fossero ancora più consistenti”.
Il danno causato dal terremoto
Dal documento emerge quella che potrebbe (condizionale d’obbligo, per chi vive e lavora nell’area del cratere sismico, dunque conosce bene la situazione reale) essere considerata l’entità definitiva del danno causato dal terremoto. Nel complesso, 26,5 miliardi di euro. Amatrice è il comune con i maggiori danni, per oltre 1,3 miliardi di euro, a ruota ci sono Camerino con 1,2 miliardi di danni e Norcia con 1,1 miliardi.
Ricostruzione privata
Per la ricostruzione privata a fine giugno scorso si registravano 22.700 rdomande di contributo per 7,6 miliardi di euro: 14.234 accolte per 4,3 miliardi di contributi concessi. Le domande di contributo già avviate rappresentano il 45% di quelle attese in termini numerici ed il 39% in valore. Negli ultimi due anni le richieste sono raddoppiate e i contributi concessi triplicati.
I cantieri privati completati sono 7.256, con la riconsegna alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari, il 92% di tipo residenziale e l’8% a carattere produttivo. I cantieri autorizzati ad oggi sono circa 7mila.
Ricostruzione pubblica
Anche gli interventi pubblici, nonostante le difficoltà generali, registrano passi avanti che il commissario Legnini definisce importanti. La spesa effettiva è arrivata a luglio a 768 milioni di euro, rispetto ai 559 di fine 2021 e i 265 milioni di fine 2020. Nel giro di un anno, considerando anche i lavori sulle chiese, il numero dei cantieri pubblici chiusi è salito da 151 a 365. Quello dei cantieri aperti, 316, è raddoppiato, ed è destinato a crescere sensibilmente entro la fine del 2022. Sia per l’avanzamento della programmazione, che oggi vede quasi un miliardo di interventi in fase di progettazione e sempre più vicini alla cantierizzazione, sia per l’avvio concreto, entro dicembre, dei 525 interventi previsti nel cratere da NextAppennino, il Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma 2009 e 2016.
Il futuro immediato
Dal rapporto emerge chiaramente che il lavoro che resta da fare è ancora enorme. Si attendono altre 28mila richieste di contributo da parte dei privati, occorre realizzare 4.300 interventi pubblici ed impostarne quasi altri 2mila nuovi. Un ulteriore passo avanti per consolidare e rendere più efficiente e veloce il processo, dovrebbe arrivare (altro condizionale d’obbligo, vedi sopra) dal Testo Unico della ricostruzione privata. Ma anche dalla nuova piattaforma telematica per la gestione delle pratiche, che da gennaio 2023 sostituirà quella attuale, ormai obsoleta.
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