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Dopo due anni di stop forzato, torna finalmente a Ripatransone il Cavallo di Fuoco, una fra le manifestazioni folkloristiche e pirotecniche più antiche e singolari d’Italia. Come da tradizione, l’evento si svolgerà la sera dell’Ottava di Pasqua, domenica 24 aprile.

La novità del 2022 è La Settimana del Fuoco, progetto ideato dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione Ho Un’Idea, per vivere con allegria e meraviglia l’attesa del Cavallo di Fuoco.

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Il Cavallo di Fuoco

Ripatransone: il Cavallo di Fuoco

Quella del Cavallo di Fuoco è una manifestazione che ha più di tre secoli di storia. Nel tempo ovviamente si è trasformata: attualmente la componente pirotecnica serale, di carattere civico, si mescola con la solennità religiosa che ha rappresentato l’input della festa.

La Domenica in Albis, l’Ottava di Pasqua, si apre con la celebrazione della Santa Messa nella Cattedrale Basilica di San Gregorio Magno. Celebrazione officiata dal Vescovo e accompagnata dal 1972 dalla Corale Madonna di San Giovanni.

Terminata la funzione religiosa, a mezzogiorno il Cavallo di Fuoco esce per la prima volta dalla sua rimessa e, accompagnato dal Corpo Bandistico della Città che esegue la Marcia 23 composta dal maestro Vincenzo Guarino, giunge sul sagrato della Cattedrale, dove lo attende il Vescovo per la benedizione.

Una volta benedetto, il Cavallo ritorna nella sua rimessa e la festa continua con la suggestiva processione delle Confraternite. Sfilano le Confraternite della Misericordia e Morte, del Santissimo Sacramento di Sant’Angelo,  del Gonfalone,  della Madonna di San Giovanni e i Confratelli del Sacro Cuore di Gesù.

Durante la processione si porta trionfalmente per le vie del borgo il simulacro della Madonna di San Giovanni.

Alle 21.00, poi, inizia l’atteso Cavallo di Fuoco.

Ad attendere la sua uscita fuori dalla rimessa ci sono principalmente i giovani del luogo che cantano cori per “propiziare” l’avvento del Cavallo.

Seguito dalla folla, il cavallo percorre quindi la circonvallazione panoramica fino ad arrivare nel piazzale Cellini, dove il Corpo Bandistico della Città esegue ancora una volta la Marcia 23, divenuta ormai “inno ufficiale” sia della manifestazione, sia della città.

Così Banda e Cavallo di Fuoco, seguiti dalla folla festante di ragazzi che continuano a cantare cori, giungono in piazza. A quel punto il Cavallo compie un “giro di ricognizione” per controllare la transitabilità e la percorribilità tra la gente. Terminato il giro, viene spenta l’illuminazione pubblica e si procede all’accensione della miccia che aziona il meccanismo pirotecnico.

I fuochi artificiali del Cavallo sono di due tipi: quelli sparati tra la gente e quelli sparati in aria. I primi sono indubbiamente quelli che divertono di più e che comunque creano più scompiglio, dando vita ad un lieve panico tra gli spettatori. E quindi a uno sparpagliamento della gente accalcata. I secondi sono invece quelli più affascinanti ed emotivamente coinvolgenti perché creano giochi di luce meravigliosi. I fuochi più comuni possiedono anche nomi popolari. E’ il caso dei “baffi”, che sparano il fuoco a sinistra e a destra dell’animale. O della “girella”, che caratterizza l’ultimo momento della manifestazione.

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