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Arrivare fra le 10 città finaliste nella corsa per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024 e rimanere a bocca asciutta brucia. Specialmente considerando che l’Amministrazione comunale di Ascoli Piceno su questo titolo aveva investito parecchio, economicamente. Anche politicamente, in verità.

A distanza di una settimana ancora si parla della vicenda, come è giusto che sia. Fra le mail ricevute, una ci segnala le considerazioni che il Collettivo Caciara ha pubblicato giorni fa sulla sua pagina Facebook.

Il Collettivo Caciara è da sempre molto attento ai temi della cultura. Tempo fa, per esempio, ha partecipato attivamente al “Forum cittadino sull’esternalizzazione dei servizi della Biblioteca Comunale di Ascoli Piceno”. Ne abbiamo riferito in questo articolo.

Oggi riportiamo le considerazioni che ci sono state segnalate.

ascoli collettivo caciara

Rielaborazione grafica di Collettivo Caciara

Ascoli Piceno: le montagne da sole non muovono la cultura

“Il Mic ha scelto Pesaro come Capitale Italiana della Cultura per il 2024. E noi non possiamo che essere molto dispiaciuti per la nostra città: per Ascoli è una grande ed ennesima occasione persa. Tuttavia ci viene da dire che, alla luce della gestione delle attività culturali da parte dell’amministrazione, una vittoria sarebbe stata veramente sorprendente.

Non può bastare l’organizzazione di un festival in Piazza del Popolo – ovviamente a pagamento, perché regalare tre serate di divertimento ai ragazzi e di incassi ai bar della piazza sarebbe stato troppo – per mettere da parte anni di gestione della politica culturale della città.

Non si può sperare di ricevere un premio del genere, quando l’unica biblioteca comunale è chiusa ormai da quasi un anno. E non si ha notizia di iniziative per promuovere una cultura diffusa sul territorio.

Ne avevamo parlato già qualche mese fa, nel tentativo di aprire un discorso organico con la cittadinanza sulla questione dell’esternalizzazione dei servizi della Biblioteca. La Cultura ad Ascoli non può basarsi su eventi sporadici e disarticolati che non portano nulla di concreto.

Le serate mondane in cui dare spazio a personaggi dal dubbio spessore culturale sono certamente una forma (più o meno apprezzabile) di spettacolo ma non sono cultura.

Così come non possiamo non evidenziare il fallimento dell’amministrazione Fioravanti che negli ultimi tre anni non ha fatto altro che sperare in questa vittoria. E presentarla come sfondo e fine di tutte le azioni compiute (anche delle più insensate e irrealizzabili).

ascoli finalista

Tutto questo senza avere la minima cura della città (pensiamo a Via Trieste ancora completamente dissestata, la questione parcheggi-SABA, il mancato rilancio del centro storico, l’assenza di una progettualità per far diventare Ascoli una vera città universitaria, il fallimento nella progettazione sulla questione nuovo ospedale).

La sconfitta arrivata oggi non è grave in sé, certamente non era una competizione facile da vincere.

Ma porta alla luce la totale assenza di progettualità, di trasparenza e di partecipazione con cui questa amministrazione gestisce la città.

Tutto ciò non si è voluto affrontare in questi anni, si è voluto mascherare tutto sotto delle luccicanti serate, degli annunci insensati e una promozione-comunicazione che spesso ha sorpassato il ridicolo.

Tutto questo è caduto in un giorno solo perché questa candidatura non ha costruito nulla se non fuffa. Speriamo che l’amministrazione cambi rotta, noi certamente non la cambieremo e continueremo a batterci per una concreta e partecipata cultura cittadina, come abbiamo fatto sulla Biblioteca (questione ancora da chiarire caro sindaco) e in altre occasioni”.

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