Tornano, sabato 26 e domenica 27 marzo, le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 400 città italiane saranno visitabili a contributo libero, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni.
Giornate FAI di Primavera nelle Marche
Le aperture organizzate dal FAI Fondo Ambiente Italiano nelle Marche saranno 65, sono state 61 a maggio 2021, nell’ultima edizione. Solo per 22 luoghi si è scelta l’opzione delle prenotazioni e solo 2 saranno aperture riservate agli iscritti.
Il catalogo dei beni visitabili raccoglie una proposta così varia e originale che è impossibile sintetizzarla.
Segnaliamo alcuni luoghi, per l’elenco completo rimandiamo al sito FAI Fondo Ambiente Italiano .
Potranno essere visitati la Rocca del Duca Federico da Montefeltro a Cagli, il Borgo di Montefabbri (Vallefoglia), l’orto botanico dell’università Carlo Bo ad Urbino. Il borgo di Montecassiano, la Chiesa del Gesù ad Ancona, il Palazzo Comunale ad Osimo. Il feudo dei Della Rovere a Senigallia, l’antica farmacia Fatebenefratelli a Jesi, il villino Conte – Staffieri a Porto Sant’Elpidio. E poi la Fortezza Pia e l’Elettrocarbonium (area ex Sgl Carbon) ad Ascoli Piceno, il Mulino Sisto V e il borgo di Montalto.
A Capodacqua di Arquata i visitatori potranno osservare da vicino l’oratorio della Madonna del Sole, monumento adottato dal FAI. Il contributo del FAI si è manifestato all’indomani della prima scossa, quando su segnalazione dei suoi delegati e volontari marchigiani la Fondazione ha portato all’attenzione delle autorità il piccolo oratorio pericolante. E ne ha sollecitato la messa in sicurezza urgente, prontamente realizzata dall’Unità di coordinamento regionale del MiC con il supporto dei Vigili del Fuoco.
Subito il FAI ha anche lanciato un appello di raccolta fondi nazionale a favore del monumento, cui hanno risposto tanti italiani donando 380mila euro. Oggi si sommano al contributo del Ministero della Cultura e alle donazioni raccolte attraverso il portale Artbonus per ulteriori 490mila euro, a coprire il costo complessivo del progetto di recupero.
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