Esports e donne, pubblicati dati e numeri sulla presenza femminile nel gaming competitivo in Italia. La ricerca è stata presentata da Demoskopea Consulting e l’OIES Osservatorio Italiano Esports. Il movimento italiano è inclusivo, ma le donne cercano un’affermazione maggiore nel settore.
Esports, la presenza femminile nel settore
La ricerca presentata da Demoskopea Consulting e l’Osservatorio Italiano Esports analizza le abitudini del pubblico femminile degli Esports in Italia. Un report prezioso, con indicazioni inedite e a tratti sorprendenti sulle caratteristiche di questo target, che oscilla tra un senso di inclusione e un desiderio di affermazione nel settore. La ricerca, sviluppata su un campione di circa mille utenti provenienti da tutta Italia, fornisce idee più chiare sulla relazione quali-quantitativa tra l’Esport, le fan e le player.
La maggioranza dell’audience femminile, pari al 35% del pubblico Esports totale, considera il movimento abbastanza o molto inclusivo (57%). Solo il 4% si sente invece totalmente escluso. C’è invece molto da fare in tema di discriminazione, aspetto particolarmente sensibile in tutta la società, che colpisce anche un’appassionata di Esports su tre. Tra chi gioca o guarda tornei, i titoli preferiti sono Fifa (27%), MotoGp (25%), Call of Duty (23%) e F1 (18%). Quasi nove donne videogiocatrici su dieci discutono di Esports sulle
principali app di messaggistica istantanea, Whatsapp (54%) e Telegram (35%) su tutte. Twitch (19%) è al
quinto posto dietro i più “tradizionali” Messanger (29%) e Instagram (30%). Discord è solo al sesto posto.
Le osservazioni
“L’indagine ha mostrato che la disciplina è in piena evoluzione – commenta Andrea Bertini, founder di
Demoskopea Consulting – Alcuni dati confermano che si tratta di uno sviluppo con tratti per alcuni versi
inaspettati e che richiedono ulteriori osservazioni per poter essere considerati strutturali. Nei prossimi mesi
effettueremo ulteriori approfondimenti su questo mercato in generale e aggiorneremo attentamente queste
osservazioni“.
“Questa ricerca evidenza uno scenario fatto di luci e ombre, come forse era prevedibile – commentano Luigi
Caputo e Enrico Gelfi, co-founder dell’OIES – pur scontando alcuni limiti e difficoltà, dovute soprattutto al
portato culturale, si registrano opportunità significative, in particolare sul fronte del marketing“.