Ozpetek ad Ascoli Piceno per inaugurare la nuova stagione teatrale del Ventidio Basso. Il 25 e 26 gennaio la sua prima regia a teatro con Mine Vaganti. In scena un cast d’eccezione con Francesco Pannofino, Iaia Forte, Erasmo Genzini, Carmine Recano e Simona Marchini.
Ozpetek, Mine Vaganti ad Ascoli Piceno
Mine vaganti di Ferzan Ozpetek è un film che nel 2010 ha ottenuto numerosi riconiscimenti. Per la produzione 2 David di Donatello, 5 Nastri d’Argento e 4 Globi d’Oro. Lo stesso regista del film debutta a teatro con un adattamento speciale tra sentimenti, malinconie e risate.
“La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento”, il racconto del registra Ozpetek.
Mine vaganti
Al centro della vicenda la famiglia Cantone, proprietaria di un pastificio in un piccolo paese del Sud. Vive con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità l’azienda ai figli.
Tutto precipita quando il figlio Antonio si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il secondogenito Tommaso tornato da Roma per raccontare anch’egli la sua verità. Una favola agrodolce che lascia intatto lo spirito essenzialmente intrigante, attraente e al contempo umoristico della pellicola e in cui il pubblico è chiamato a interagire con gli attori.
Gli artisti spesso reciteranno in platea come se fossero nella piazza del paese. Quest’ultima sarà il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce. Una storia che fa riflettere con leggerezza. I genitori non possono accettare ciò che è fuori dalla loro “normalità”. I figli si caricano sulle spalle il peso del silenzio per evitare la vergogna sociale. La famiglia infatti non può accettare lo sguardo degli altri e le voci, in paese, corrono.