Coldiretti Marche lancia l’allarme: i cinghiali sono portatori di peste suina. E torna a chiedere quel “piano straordinario di abbattimenti” che aveva invocato a luglio durante il flash mob sotto Palazzo Raffaello (v. foto di copertina).
I cinghiali e la peste suina
Che il sovrannumero dei cinghiali sia un’emergenza anche nelle Marche non è una novità: i danni all’agricoltura sono all’ordine del giorno e il rischio di incidenti stradali è in costante aumento. Inoltre da un paio di anni a questa parte arrivano anche segnalazioni di avvistamenti nei centri abitati.
Ora, si aggiunge il rischio del contagio da peste suina africana di cui proprio i cinghiali sono veicolo privilegiato. Rischio contagio non per gli esseri umani, spiega la scienza: ma per gli allevamenti sì. Nelle Marche ci sono circa 110mila maiali che vivono negli oltre 7.500 allevamenti.
Finora nelle Marche non si registrano casi di contagio in allevamenti riconducibili ai cinghiali. Tutte le morti sospette vengono trattate dal Servizio veterinario e sicurezza alimentare della Regione Marche che applica le misure di protezione comunitarie.
Il primo caso in Italia è stato già accertato in Piemonte, mentre focolai sono stati riscontrati in Germania, in Polonia, in Slovacchia e nei Balcani. Il pericolo, denunciato a più riprese da Coldiretti anche a livello nazionale, è che la situazione si aggravi ancor di più.
L’intervento di Coldiretti
“Nella gestione degli ungulati – commenta Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – si è spesso cercato di sorvolare o di fare orecchie da mercante sul numero di capi effettivamente presenti nei territori marchigiani. I numeri sono almeno venti volte superiori a quanto dichiarato nei vari censimenti, completamente e macroscopicamente errati. Il problema va avanti da anni e va riconosciuto alla Regione un cambio di passo, un’accelerazione. Lo stesso protocollo d’intesa tra Istituzioni, associazioni agricole e venatorie è stato un grande passo avanti ma non c’è più tempo. Urge una campagna straordinaria di abbattimenti perché la situazione è di una drammaticità senza precedenti. Siamo fiduciosi e confidiamo in provvedimenti immediati per affrontare in modo efficace il problema”.
“Non c’è più tempo – aggiungono Armando Marconi e Francesco Goffredo (*) – occorre intervenire con un piano straordinario di abbattimenti per riequilibrare il numero degli ungulati e limitare il più possibile il propagarsi della peste suina, un rischio per le produzioni e per la sicurezza alimentare”.
Nelle province di Ascoli Piceno e Fermo ci sono circa 46mila maiali (oltre il 40% del totale regionale) che vivono negli oltre 3mila allevamenti.
(*) Armando Marconi e Francesco Goffredo, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo.
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