Il presidente della Sezione ascolana di Italia Nostra, Gaetano Rinaldi, ha scritto una lettera al sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti. Oggetto della missiva lo stato in cui versa il Battistero di San Giovanni, ridotto alla stregua di magazzino. La medesima lettera è stata indirizzata al Soprintendente Marche Sud e ai Presidenti nazionale e regionale di Italia Nostra. Nonchè alle associazioni culturali e di tutela e agli organi di informazione.
Riportiamo integralmente la lettera ricevuta dal Presidente della sezione “William Scalabroni” di Italia Nostra.
Lettera al Sindaco di Ascoli Piceno
“Tuteliamo il Battistero
Un tempo il Battistero, uno dei monumenti più prestigiosi di Ascoli Piceno, giardino di Pietra, svolgeva la funzione di un assurdo spartitraffico. Ai suoi lati transitavano senza sosta le auto dirette al centro della città. O provenienti dallo spazio metafisico di Piazza Arringo.
Anche questa piazza, peraltro, era utilizzata in maniera sconsiderata come un immenso immondo parcheggio .
Poi si compì un miracolo. Amministratori visionari, tra cui l’ ing. Luciano Speranza già presidente della Sezione di Italia Nostra, vollero eliminare questi sconci chiudendo al traffico veicolare il centro storico. Interrompendo così la funzione di spartitraffico del fantastico Battistero ed eliminando contestualmente il parcheggio di Piazza Arringo. Ma mal gliene incolse. Infatti furono puniti dall’elettorato per questa scelte avveniristiche, che all’epoca apparvero troppo in anticipo sui tempi e in contrasto con i presunti interessi della città, che doveva continuare ad essere percorsa senza limiti dalle auto.
Fortunatamente non si ebbe il coraggio di tornare indietro, probabilmente anche per la petizione promossa da Italia Nostra che in poco tempo raccolse più di 2000 firme.
Man mano si comprese poi che lo spazio metafisico della piazza senza le auto e la scoperta del fascino misterioso del Battistero contribuivano ad esaltare in maniera impensabile l’immagine della città. Tanto è vero che chiunque tornava ad Ascoli rimaneva estasiato per tanta bellezza. Bellezza una volta nascosta e quasi invisibile. Molti, confusi ed interdetti, si chiedevano: si tratta veramente di Ascoli Piceno o siamo di fronte ad un’altra città?
Man mano, poi, si avviarono attività che prima non potevano sopravvivere a causa della presenza ossessiva del traffico. Si trattava, per lo più, di attività del settore della ristorazione e dell’enogastronomia.
A seguito del fenomeno della pandemia furono, poi, autorizzate in maniera preoccupante le occupazioni di una quantità sempre maggiore di suolo pubblico, per andare incontro alle esigenze delle imprese gravemente penalizzate dal perdurare della pandemia.
Ora, se è giusto ed opportuno fornire un aiuto alle attività che sono state danneggiate dalle forme di chiusura provocate dal pericolo di infezioni, non per questo non si devono prevedere dei limiti alla utilizzazione degli spazi.
E in particolare bisogna che si abbia comunque un minimo indispensabile spazio di rispetto per i monumenti più importanti.
E questa azione di tutela deve riguardare in particolare l’integrità visiva del Battistero, presso le cui mura sovente vengono sistemati tavoli, sedie e ultimamente insegne pubblicitarie.
Le foto che alleghiamo evidenziano in maniera plateale uno stato di cose non più tollerabile, in contrasto evidente con quanto previsto dall’art 49 del Codice dei Beni Culturali che vieta la collocazione di cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici tutelati o nelle aree tutelate come beni culturali a meno che non vengano autorizzati dalla Soprintendenza qualora non ne danneggino l’aspetto, il decoro o la pubblica fruizione.
Confidiamo in un pronto e risolutivo intervento che ripristini l’integrità del sito, permettendo che il Battistero riacquisti il fascino conferito dal suo pregio monumentale, dalla presenza materica del candido travertino, dalla patina conferita dal trascorrere di secoli.
Il Presidente della Sezione di Italia Nostra
Gaetano Rinaldi”.
Art. 49 del Codice dei beni culturali e del paesaggio
1. È vietato collocare o affiggere cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelati come beni culturali. Il collocamento o l’affissione possono essere autorizzati dal soprintendente qualora non danneggino l’aspetto, il decoro o la pubblica fruizione di detti immobili. L’autorizzazione è trasmessa, a cura degli interessati, agli altri enti competenti all’eventuale emanazione degli ulteriori atti abilitativi.
2. Lungo le strade site nell’ambito o in prossimità dei beni indicati al comma 1, è vietato collocare cartelli o altri mezzi di pubblicità, salvo autorizzazione rilasciata ai sensi della normativa in materia di circolazione stradale e di pubblicità sulle strade e sui veicoli, previo parere favorevole della soprintendenza sulla compatibilità della collocazione o della tipologia del mezzo di pubblicità con l’aspetto, il decoro e la pubblica fruizione dei beni tutelati.
3. In relazione ai beni indicati al comma 1 il soprintendente, valutatane la compatibilità con il loro carattere artistico o storico, rilascia o nega il nulla osta o l’assenso per l’utilizzo a fini pubblicitari delle coperture dei ponteggi predisposti per l’esecuzione degli interventi di conservazione, per un periodo non superiore alla durata dei lavori. A tal fine alla richiesta di nulla osta o di assenso deve essere allegato il contratto di appalto dei lavori medesimi.
Leggi anche Fermo, Il circo delle bolle di sapone in su al Teatro