I servizi della Biblioteca comunale Giulio Gabrielli di Ascoli Piceno vanno esternalizzati o no? Meglio: i servizi della suddetta Biblioteca vanno privatizzati, in tutto o in parte, con l’esternalizzazione come da manifesta intenzione dell’Amministrazione comunale? O vanno invece mantenuti nell’ambito della gestione pubblica?
A queste domande cerca di dare risposta il Forum cittadino per l’esternalizzazione dei servizi della Biblioteca Gabrielli. Forum promosso dal circolo marchigiano dell’associazione Demos in collaborazione con il Collettivo Caciara di Ascoli Piceno. Dopo un percorso partecipativo complesso e intenso, il Forum ha offerto alla cittadinanza e all’Amministrazione comunale un contributo di orientamenti, idee, indicazioni e prospettive per la gestione del grande patrimonio culturale della Città. La Biblioteca Gabrielli, per l’appunto. “Un bene comune – scrivono – che ora versa in uno stato di forte degrado”.
Il documento sulla Biblioteca Giulio Gabrielli
“Il 19 aprile 2021 – si legge nel documento inviato al sindaco Marco Fioravanti, alla Giunta e a tutti i consiglieri comunali – è iniziato il Forum cittadino sull’esternalizzazione dei servizi della Biblioteca Comunale su iniziativa dell’Associazione Demos. Il Forum è formato da un gruppo di specialisti che si sono confrontati sui rischi e le potenzialità della decisione di esternalizzare i servizi della Biblioteca Gabrielli (delibera n. 67 del 29 dicembre 2020)”.
Approfondimenti e confronto sono stati portati avanti attraverso un approccio multidisciplinare per arrivare a comprendere quale potesse essere la gestione più sostenibile della Biblioteca. La gestione migliore non solo per la città, ma anche per il prezioso patrimonio custodito al suo interno.
Patrimonio di ingente valore non solo culturale ma anche economico, vale la pena di sottolineare.
“Fin da subito – prosegue il documento – è stato chiarito dai membri dell’Amministrazione comunale che la delibera è solo un documento di indirizzo e che il progetto di gestione non è ancora stato pensato. Vogliamo sfruttare la mancanza di un progetto, come opportunità per immaginare il futuro della biblioteca in maniera condivisa e partecipata tra tutti i cittadini”.
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