Società e pandemia, i giovani e le donne hanno subito maggiormente le conseguenze di questo periodo. Nell’ultimo anno, il rapporto Censis fornisce una istantanea allarmante sulla classi sociali e i loro componenti. L’emergenza sanitaria ha portato nuove consapevolezze e nuove difficoltà economiche e di salute.
La società in pandemia, giovani e donne i più sfiduciati
Giovani e donne hanno subito maggiormente le conseguenze provocate dalla pandemia globale. Oltre alle difficoltà hanno acquisito nuove consapevolezze sul quadro economico e sociale attuale. Soprattutto i più giovani hanno la percezione che i rami del potere decisionale siano in mano alle fasce anziane della popolazione. L’indagine del Censis conferma che il 74,1% dei giovani di 18-34 anni ritiene che ci siano troppi anziani a occupare posizioni di potere nell’economia, nella società e nei media. Una opinione ampiamente condivisa da tutta la popolazione (65,8%). Il 54,3% dei 18-34enni ritiene che si spendano troppe risorse pubbliche per gli anziani.
La precarietà lavorativa sperimentata nei percorsi di vita individuali, influenza il clima di fiducia verso lo Stato e le istituzioni. Il 66% degli italiani più giovani tende a non fidarsi del governo. Tra tutti gli Stati europei, l’Italia presenta il dato più elevato, che negli anni continua a aumentare. Nel 2020 erano 2,7 milioni, pari al 29,3% del totale della classe di età 20-34 anni: +5,1% rispetto all’anno precedente. Nel Mezzogiorno sono il 42,5%, quasi il doppio dei coetanei che vivono nelle regioni del Centro (24,9%) o nel Nord (19,9%).
Le donne e la pandemia
Durante il 2021, le donne occupate hanno continuato a diminuire. Mentre la pandemia persiste, 421 mile donne hanno perso o non hanno trovato lavoro. Il tasso di attività femminile a metà anno è al 54,6%, si è ridotto di circa 2 punti e rimane lontanissimo da quello degli uomini, pari al 72,9%. L’Italia si colloca all’ultimo posto tra i Paesi europei, guidati dalla Svezia, dove il tasso di attività femminile è pari all’80,3%. Meglio dell’Italia anche la Romania con il 59,3%.
La pandemia ha comportato un surplus inedito di difficoltà rispetto a quelle abituali. Molte donne si sono trovate a dover gestire in casa il doppio carico figli e lavoro. Il 52,9% delle donne occupate dichiara che durante l’emergenza sanitaria si è dovuto sobbarcare un carico aggiuntivo di stress, fatica e impegno nel lavoro e nella vita familiare. Per il 39,1% la situazione è rimasta la stessa del periodo pre-Covid e solo per l’8,1% è migliorata.