Gli Angeli del Bello di Ascoli Piceno hanno realizzato un censimento delle imbrattature nel centro storico della città. Hanno raccolto più di 200 fotografie in un volume dal titolo emblematico: #AscoliTagFree. E ne hanno archiviate altre 2.000 (più di 2.000, a dire il vero) in una pen-drive. Questa mattina hanno presentato il lavoro fatto e consegnato tutto il materiale alla stampa.
#AscoliTagFree degli Angeli del Bello
“Abbiamo pensato di censire le imbrattature – ha spiegato il presidente degli Angeli del Bello, Luciano Vizioli – perchè il fenomeno non è percepito allo stesso modo dalle singole persone. I nostri occhi si abituano, al bello e al brutto. Così alla fine non tutti si rendono conto di quanto la città sia effettivamente sporcata. Se ne accorgono visitatori e turisti, però”.
E ce ne siamo accorti anche noi giornalisti sfogliando il volume. Perchè guardare le foto delle “brutture” documentate pagina dopo pagina aiuta a diventare consapevoli del fatto che Ascoli è una città sfregiata. Tanto bella e tanto sfregiata, purtroppo.
#AscoliTagFree non è solo il titolo che gli Angeli hanno scelto per il volume, è anche il loro programma di lavoro.
“Ascoli Piceno si sta muovendo per ottenere il riconoscimento di Capitale della Cultura nel 2024 – continua Vizioli – e noi vorremmo dare il nostro contributo. Vorremmo, infatti, pianificare la pulitura del centro storico da qui al 2024 per fare di Ascoli una città TagFree. Perchè una città libera dai tag è un valore aggiunto da offrire ad ascolani e turisti. Nonchè un modo per massimizzare gli effetti positivi che il riconoscimento di Capitale della Cultura può produrre sulla economia del territorio. Noi ce la metteremo tutta, ma per centrare l’obiettivo #AscoliTagFree avremo bisogno della collaborazione delle Istituzioni, delle imprese e dei cittadini. Collaborazione che fino a oggi non ci è mai mancata, e di questo sentiamo di dover ringraziare tutti: Amministrazione comunale, Fondazione Carisap, aziende, imprese e cittadini”.
“Pulire la città dai tag – ha concluso il vice presidente Vincenzo Zaffarano – è utile anche per ridurre, se non per azzerare, l’effetto emulativo. Lo spiega la Teoria delle finestre rotte, una teoria elaborata nell’ambito della psicologia sociale secondo la quale il disordine urbano e l’incuria, anche di apparente poco conto, portano come minimo a comportamenti imitativi. E spesso anche ad effetti secondari più preoccupanti”.
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