Presentato il Protocollo di intesa tra il Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini e i Parchi nazionali locali. Nello specifico con il presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Tommaso Navarra e il presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini Andrea Spaterna. Il Protocollo indirizza le modalità di collaborazione per la ricostruzione pubblica e privata nei territori compresi nei Parchi.
Ricostruzione, nei territori dei Parchi
Il nuovo protocollo attua la semplificazione introdotta dall’ordinanza 114. La norma semplifica le procedure autorizzatorie da parte dei Parchi nel caso che gli interventi di ricostruzione non modifichino ciò che già preesisteva al sisma. Snellisce ulteriormente le procedure per l’avvio degli interventi. Autorizzazioni e valutazioni restano necessarie per tutti gli interventi edilizi che prevedono nuove costruzioni. Stesso discorso anche per quelli che determinano un aumento delle superfici o delle volumetrie degli edifici oppure una trasformazione urbanistica.
Le parole del Commissario Giovanni Legnini: “I Parchi non sono un ostacolo alla ricostruzione, si può ricostruire con i Parchi e nei Parchi. Grazie all’intesa raggiunta su queste procedure i cittadini e i Parchi saranno alleggeriti di adempimenti burocratici spesso ripetitivi. Entrambi potranno concentrarsi su aspetti ben più rilevanti per la ricostruzione e lo sviluppo“.
Ripristino e valorizzazione strutture dei Parchi
La gran parte dei Comuni maggiormente colpiti ricompresi nel cratere sismico del 2016, ricadono nel territorio di uno dei due Parchi nazionali. Il Protocollo prevede azioni congiunte per il ripristino e la valorizzazione delle strutture di fruizione dei Parchi. Nello specifico rifugi, percorsi, centri informativi e aree attrezzate.
Il Commissario e i Presidenti hanno anche firmato la Carta della Rinascita, un documento che in cinque punti articola le linee e i principi di indirizzo per una ricostruzione e uno sviluppo economico dei territori ricadenti nei Parchi. Un trattato all’insegna della valorizzazione ambientale, della tutela della biodiversità e della transizione ecologica ed energetica. Il tutto sulla scia di un percorso identitario e di tutela avviato già con il progetto Appennino Parco d’Europa (Ape).