La pasta è il piatto più consumato e preparato durante la pandemia. Per tale motivo si è guadagnato l’appellativo di “Piatto del Cuore“. In tutto il mondo si è stimato un consumo medio pro capite compreso tra i 9 Kg l’anno negli USA e i 3,5 Kg della Germania.
Secondo la ricerca Doxa a prediligere il piatto di pasta quotidiano sono ben 6 italiani su 10.
Il suo consumo segna un record anche nelle cucine italiane ma anche nel resto d’Europa. Trend in crescita netta con un consumo in media da 1 a 4 volte a settimana. In questi appuntamenti è emerso che gli interessati hanno preparato ricette della tradizione e di famiglia, per trovare conforto in un momento incerto.
Crescita registrata anche per il settore della pasta integrale, di legumi e senza glutine. Crolla invece la richiesta di penne lisce, la migliore dal punto vista anche nutrizionale per gli esperti del settore. Dalla ricerca emerge inoltre che gli italiani preferiscono la pasta corta e rigata, mentre inglesi e americani quella lunga. Un fattore però accomuna tutti i consumatori nel mondo, la qualità della pasta italiana è indiscutibile.
Grande successo per la pasta. È noto che la sua forchettata attiva l’ormone della felicità. Per tale motivo può essere definita come “comfort food”. Molti nutrizionisti confermano che il nostro organismo ama la pasta perché favorisce la crescita della popolazione buona del microbiota. Se poi la pasta è inserita in un modello alimentare della dieta mediterranea la felicità cresce esponenzialmente. Quest’ultima infatti migliora la funzione cognitiva e favorisce un invecchiamento sano.