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Il concetto di digital divide, ovvero il divario tra chi ha accesso alle tecnologie digitali e chi ne è escluso, rappresenta oggi una delle principali sfide sociali e territoriali in molte regioni italiane, comprese le Marche. Sebbene la diffusione di internet sia aumentata considerevolmente negli ultimi anni, con la disponibilità sempre più ampia di dispositivi mobili, app, piattaforme di comunicazione e strumenti di intrattenimento come la possibilità di scegliere le migliori slot con demo, non tutti i cittadini possono ancora usufruire delle stesse opportunità offerte dal mondo digitale.

Il digital divide non riguarda solo l’accesso fisico alla rete, ma comprende anche la qualità della connessione, la disponibilità di infrastrutture tecnologiche adeguate, le competenze digitali necessarie per navigare in sicurezza e l’effettiva capacità di sfruttare le risorse online per migliorare la qualità della vita.

Le Marche, regione dal territorio variegato, che alterna città ben collegate a zone rurali e montane spesso isolate, presentano una situazione complessa in merito all’inclusione digitale.

Accesso alla rete: una disparità ancora presente

La copertura della banda larga e ultra-larga è uno dei primi fattori da analizzare per comprendere il livello di digitalizzazione di un territorio. Nelle Marche, sebbene i principali centri urbani abbiano visto un progresso significativo nella diffusione della fibra ottica, molte aree interne e montane restano ancora escluse da una connessione stabile e veloce.

Il problema non è legato solamente alla presenza della rete, ma anche alla qualità del servizio. In alcune aree si registrano ancora velocità insufficienti per svolgere attività comuni come videoconferenze, didattica a distanza o smart working. Questo limita fortemente le possibilità di sviluppo economico e sociale per chi vive in zone meno servite.

Le conseguenze si riflettono non solo sulla vita quotidiana delle persone, ma anche sulle imprese locali, che faticano a competere in un mercato sempre più digitale. La mancanza di una connessione adeguata può significare l’impossibilità di accedere a servizi essenziali, di vendere prodotti online o di partecipare a bandi e gare pubbliche in modalità telematica.

Competenze digitali: un ostacolo meno visibile ma determinante

Un aspetto spesso sottovalutato è rappresentato dalle competenze digitali, che non sempre accompagnano l’accesso alla rete. Anche laddove la connessione è disponibile, non tutti i cittadini sono in grado di utilizzare strumenti digitali in modo efficace e sicuro.

In particolare, le fasce più anziane della popolazione, così come le persone con un basso livello di istruzione, risultano spesso escluse dal pieno utilizzo delle risorse digitali. Questo si traduce in una difficoltà ad accedere a servizi pubblici online, prenotazioni sanitarie, pratiche amministrative e attività bancarie, con il rischio di un’esclusione crescente e di una maggiore dipendenza da terzi.

Diversi progetti a livello regionale e comunale hanno cercato di colmare questo divario, proponendo corsi di alfabetizzazione digitale e iniziative di formazione per anziani e soggetti fragili. Tuttavia, l’offerta è ancora frammentata e spesso limitata nel tempo e nel numero di beneficiari.

Infrastrutture e investimenti: i progetti in corso

La Regione Marche ha aderito al Piano Nazionale per la Banda Ultra Larga, destinato a portare connessioni veloci anche nelle cosiddette aree bianche, ovvero quelle zone dove gli operatori privati non hanno interesse a investire per via della scarsa redditività. L’intervento pubblico in questi contesti diventa quindi essenziale per garantire pari diritti di accesso alla rete.

Open Fiber, uno degli operatori coinvolti, sta portando avanti lavori in diversi comuni marchigiani per ampliare la copertura della fibra ottica. I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresentano un’opportunità cruciale per accelerare i tempi di realizzazione e coprire anche le aree più remote.

Parallelamente, alcune amministrazioni locali stanno investendo in progetti di smart city, con l’installazione di reti Wi-Fi pubbliche, sensori per la gestione dei servizi urbani e piattaforme digitali per l’accesso ai servizi municipali. Tuttavia, l’efficacia di questi interventi dipende dalla loro integrazione con un’adeguata formazione e con un’infrastruttura tecnologica realmente accessibile.

Giovani e didattica digitale: tra opportunità e criticità

La scuola è uno degli ambiti più colpiti dal digital divide, ma rappresenta anche uno dei principali strumenti per combatterlo. Durante la pandemia da COVID-19, l’utilizzo massiccio della didattica a distanza ha fatto emergere con forza le disuguaglianze esistenti tra studenti.

Molte famiglie marchigiane hanno dovuto affrontare difficoltà legate alla mancanza di dispositivi adeguati, a connessioni instabili e all’assenza di un supporto tecnico per seguire le lezioni online. Anche oggi, con il ritorno alla didattica in presenza, l’utilizzo della tecnologia resta centrale, tra registro elettronico, piattaforme educative, compiti online e comunicazioni digitali con famiglie e docenti.

La Regione ha avviato programmi di sostegno per la fornitura di tablet e computer alle famiglie in difficoltà economica, così come iniziative per la formazione dei docenti sulle competenze digitali. Tuttavia, il superamento del digital divide in ambito scolastico richiede un approccio continuativo e strutturato, capace di adattarsi alle evoluzioni tecnologiche e alle diverse esigenze dei territori.

Il ruolo delle imprese e delle realtà locali

Le imprese, soprattutto quelle che operano nel settore della tecnologia e dell’innovazione, possono svolgere un ruolo importante nel ridurre il divario digitale, collaborando con le istituzioni e promuovendo iniziative a favore dell’inclusione.

Alcuni progetti locali, nati dalla collaborazione tra enti pubblici, aziende e organizzazioni non profit, hanno già mostrato come sia possibile creare reti di solidarietà digitale capaci di offrire formazione, supporto tecnico e connessioni gratuite a chi ne ha bisogno.

Un esempio è l’installazione di spazi pubblici digitali, dove i cittadini possono accedere liberamente a internet, ricevere assistenza per l’utilizzo dei dispositivi e partecipare a corsi formativi. Questi centri, spesso realizzati in biblioteche, centri civici o scuole, favoriscono l’inclusione sociale e culturale, contribuendo al benessere delle comunità locali.

Nuove sfide per l’inclusione digitale

Se in passato il digital divide era legato principalmente alla mancanza di infrastrutture, oggi le sfide sono diventate più articolate. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, dei servizi digitali personalizzati e della gestione online di dati sensibili, si è reso necessario affrontare anche il tema della sicurezza informatica e della consapevolezza digitale.

I cittadini devono non solo essere in grado di navigare, ma anche comprendere i rischi legati alla privacy, riconoscere contenuti inaffidabili e proteggere le proprie informazioni personali.

È su questo piano che si gioca una nuova forma di disuguaglianza, quella tra chi è capace di utilizzare internet in modo critico e chi, pur avendo accesso alla rete, rimane esposto a rischi e manipolazioni.

Le Marche, come altre regioni, dovranno affrontare questa nuova fase investendo non solo in connessioni veloci, ma anche in una cultura digitale diffusa, che sappia coniugare innovazione, accessibilità e responsabilità.

Le potenzialità del digitale sono numerose: dalle comunicazioni rapide ai servizi bancari online, fino al commercio elettronico, passando per il divertimento con i social media, i giochi, e le varie piattaforme online che facilitano la vita quotidiana. Tuttavia, affinché queste opportunità siano realmente a disposizione di tutti, è necessario un impegno collettivo e coordinato, in grado di trasformare il diritto alla connessione in una realtà concreta e inclusiva per ogni cittadino marchigiano.

 

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