L’oliva ascolana, DOP o non DOP, infiamma il dibattito. Dopo l’intervento del presidente di Confindustria Ascoli Piceno Simone Ferraioli (l’articolo qui) e quello del presidente del Consorzio di tutela oliva ascolana del Piceno DOP Primo Valenti (l’articolo qui), oggi pubblichiamo gli interventi dell’assessore regionale ad Agricoltura, Industria, Artigianato e Commercio Andrea Maria Antonini e del consigliere regionale della Lega Monica Acciarri.
Oliva ascolana: l’intervento dell’assessore regionale Andrea Antonini
“L’oliva tenera ascolana – scrive l’assessore della Regione Marche Antonini – sia un elemento di traino del territorio e non materia per vecchi e nuovi contenziosi. Sia il Consorzio di tutela dell’oliva ascolana picena DOP che le attività artigianali e industriali di trasformazione dell’oliva hanno una funzione strategica, creando valore e ricchezza per il territorio. Sono convinto che tutti noi vorremmo che l’oliva tenera ascolana fosse la base di ogni oliva ripiena in commercio. Correttamente il Consorzio persegue il disciplinare e pretende di tutelarne la produzione.
Il problema però, purtroppo, è che la produzione attuale di oliva tenera ascolana è ampiamente insufficiente per dare risposte alle esigenze del mercato. E si disperde, inoltre, in tre diversi utilizzi: olio da tavola, olive in salamoia e appunto olive ripiene.
L’assessore Antonini: “evitiamo se è possibile di ricorrere a strumenti e linguaggi divisivi e conflittuali. Consapevoli che si raggiunge l’obiettivo comune solo attraverso la cooperazione costruttiva”.
Inoltre raccogliere l’ascolana ha anche dei costi molto alti, rendendo tutto il processo più oneroso.
E’ per questo che da inizio anno ho avviato, in qualità di assessore all’agricoltura, nella consapevolezza che l’oliva ripiena ascolana sia un brand di assoluto valore non solo per il Piceno ma per tutto il territorio marchigiano, interventi concreti. Interventi che vadano proprio verso l’incremento del prodotto oliva tenera ascolana. E cioè:
• innalziamo gli aiuti attraverso il CSR (piano complementare allo sviluppo rurale) ad impianto oliveti DOP-IGP al massimo consentito per legge, ovvero fino al 65%. Ne troveremo una prima applicazione nel bando giovani di prossima uscita e a seguire in tutti i bandi dove sarà possibile inserirlo.
• Stesso innalzamento al 65% per le ristrutturazioni oliveti esistenti.
Inoltre è allo studio un intervento specifico per finanziare impianti di olivi DOP ascolana fino al 90% in de minimis. Sia come integrazione ai due bandi di riferimento sull’impiantistica (SRDo1 e il già citato bando giovani), sia come aiuto diretto con fondi regionali.
Quindi a breve ogni imprenditore avrà, se vuole, la possibilità di contribuire all’aumento di produzione della nostra amata oliva ascolana approfittando degli incentivi che la Regione Marche metterà a disposizione.
Nel frattempo evitiamo se è possibile di ricorrere a strumenti e linguaggi divisivi e conflittuali. Consapevoli che si raggiunge l’obiettivo comune solo attraverso la cooperazione costruttiva.”
Oliva ascolana: l’intervento del consigliere regionale Monica Acciarri
“Non condivido assolutamente – scrive il consigliere regionale della Lega Monica Acciarri – l’interrogazione presentata dal deputato Mirco Carloni [deputato della Lega, n.d.r.] sulla tutela dell’Oliva Ascolana Dop che ha generato la risposta del sottosegretario Luigi D’Eramo sull’uso di denominazioni generiche quali l’Oliva Ascolana del Piceno Dop, poiché è mio dovere e convinzione difendere tutti i piccoli e grandi produttori che lavorano con serietà per offrire un prodotto di qualità. Il focus dovrebbe essere lo sviluppo del settore, non divisioni interne e azioni controproducenti che rischiano solo di compromettere una delle eccellenze gastronomiche del Piceno.
Il consigliere Monica Acciarri: “il Consorzio di Tutela Dop non è in grado di rappresentare la produzione totale dell’oliva all’ascolana. E ritengo che negli anni non ha saputo promuovere il prodotto in maniera efficace”.
Ritengo che in un momento storico così delicato dal punto di vista economico ci sono in gioco la produttività del territorio e tanti posti di lavoro. Posti di lavoro che vanno difesi. Siamo al fianco dei lavoratori, delle imprese di qualsiasi dimensione, fino ad abbracciare le attività commerciali, i ristoranti e i piccoli artigiani. Presenterò una mozione al presidente della Giunta e all’assessore all’Agricoltura della Regione Marche e chiederò il sostegno ai consiglieri a difesa delle imprese e degli artigiani del nostro territorio.
Stimo l’amico Mirco Carloni, ma ha completamente sbagliato l’analisi effettuata sulla produzione artigianale dell’Oliva Ascolana Dop del nostro territorio.
Bisogna innanzitutto precisare che le tutele di cui si parla riguardano l’oliva tenera ascolana e non la ricetta per fare le olive all’ascolana. Con questa iniziativa Carloni è entrato come un elefante in una cristalleria. Sarebbe come impedire, ad esempio, a Giovanni Rana di fare i tortellini perché li vuole produrre mia nonna a mano.
Il Consorzio di Tutela Dop non è in grado di rappresentare la produzione totale dell’oliva all’ascolana. E ritengo che negli anni non ha saputo promuovere il prodotto in maniera efficace.
Al contrario, la sua attività si è concentrata sull’attaccare le aziende locali che producono il prodotto tradizionale, arrivando persino a dichiarare di aver inviato i Carabinieri Forestali in alcune di esse.
Ecco così che oltre a ciò, ci si chiede come il consorzio possa fregiarsi del merito di aver fatto conoscere l’oliva all’ascolana nel mondo, quando non è nemmeno in grado di tenere attivo il proprio sito web. In definitiva, la vicenda dell’Oliva Ascolana del Piceno Dop evidenzia un contrasto tra il Consorzio di Tutela, che rappresenta una piccola parte della produzione, e il resto del comparto. Resto del comparto che traina l’economia locale”.
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