Al punto 9 dell’ordine del giorno dei lavori del Consiglio comunale di Ascoli Piceno c’era un’interrogazione presentata dai Consiglieri di maggioranza su un presunto “conflitto di interesse dei giornalisti dipendenti pubblici”. Conflitto di interessi che si sarebbe manifestato attraverso “numerosi articoli” contenenti “accuse denigratorie nei confronti dell’attività amministrativa del Comune di Ascoli Piceno”.
Fatto sta che al momento dell’esposizione dell’interrogazione da parte del primo firmatario, Emidio Premici, i Consiglieri comunali di opposizione si sono imbavagliati. Una forma di protesta, la loro, contro una iniziativa che in molti hanno letto come un tentativo di “imbavagliare” la stampa.
Ascoli Piceno: Consiglieri comunali di opposizione imbavagliati
L’autoimbavagliamento pubblico dei Consiglieri di minoranza è andato in scena durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, martedì 18 febbraio 2025. Il gesto eclatante è stato determinato dalla protesta verso una interrogazione che è stata interpretata come un tentativo, mascherato, di limitare la libertà di stampa.
Ma facciamo un passo indietro, e leggiamo direttamente l’interrogazione firmata dai nove capigruppo di maggioranza, quindi depositata a nome di tutta la maggioranza consiliare. Così come precisato in aula da Premici.
Interrogazione: premesse e considerazioni iniziali
Interrogazione: richieste al Sindaco e firme dei capigruppo di maggioranza
Bene, le domande sorgono spontanee.
La prima. A quale titolo il Sindaco di Ascoli Piceno potrebbe dire se esiste un conflitto di interesse fra “il ruolo di dipendente pubblico e quello di giornalista che si occupa di notizie di cronaca politica locale”?
Le altre. Visto che si chiede al Sindaco se intenda “compiere azioni per tutelare l’immagine del Comune alla luce di alcuni articoli denigratori” che però non vengono indicati, contro quali articoli dovrebbe agire il Sindaco? E contro quali testate? E contro quali giornalisti?
Ancora. Cosa avrebbe potuto fare il Sindaco? Avrebbe potuto chiedere una rettifica o fare una smentita in caso di articoli con notizie non precise o errate. Oppure avrebbe potuto presentare una querela in caso di diffamazione. Ma è piuttosto evidente che in nessuno di questi casi ci sarebbe stato bisogno di una interrogazione di tutti i Consiglieri di maggioranza, visto che il Sindaco è perfettamente capace di intendere e volere. Allora, è lecito chiedersi e chiedere: a cosa era realmente finalizzata questa interrogazione? Quale era il vero obiettivo?
Chi volesse ascoltare la risposta data in aula dal sindaco Marco Fioravanti la trova qui, dal minuto 59.00. E’ una risposta decisamente salomonica (e non poteva in alcun caso essere diversa) che tuttavia lascia con il cerino in mano proprio i suoi Consiglieri di maggioranza.
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