Una governance regionale con uffici operativi nelle province e l’impiego di maggior tecnologia per garantire la salute dei lavoratori. Ma anche la necessità, per superare definitivamente la vecchia logica della discarica, da una parte di puntare su una differenziata efficace e di qualità e dall’altra, di avere a disposizione un termovalorizzatore di ultima generazione per la parte residuale. Tutto questo a chiusura di un ciclo dei rifiuti che preveda soprattutto il massimo recupero e riciclo. È, in sintesi, la posizione della Uil Marche rispetto al Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti.
Rifiuti: per Uil Marche il porta a porta spinto un è un pericolo per i lavoratori
Il sindacato, in un documento di osservazioni inviato alla Regione Marche, ha evidenziato criticità e avanzato proposte concrete per affrontare le sfide del territorio.
Secondo la Uil Marche, il Piano rappresenta un’occasione fondamentale per ripensare la gestione dei rifiuti in un’ottica di sostenibilità, ma appare poco ambizioso. Nonchè fortemente centrato sulla costruzione di un termovalorizzatore come soluzione a tutto. Proprio su questo impianto espone diversi dubbi.
“Come farà il termovalorizzatore – scrive Uil Marche in una nota – a essere operativo entro il 2030 se ancora non è partito l’iter che in Italia si stima di 7-10 anni? Inoltre è necessario l’impiego di tecnologie di ultima generazione perché se da una parte dobbiamo ridurre la dipendenza dalle discariche, dall’altra l’impatto sull’ambiente deve essere ridotto al minimo. Ad ogni modo il ciclo dei rifiuti deve prevedere il massimo recupero che passa per impianti tecnologicamente avanzati. Ad oggi il porta a porta rimane la modalità migliore per puntare a una differenziata di qualità, centrale per un ciclo dei rifiuti che funzioni davvero”.
E a proposito del porta a porta, il sindacato scrive che “occorrono tecnologie che devono presupporre anche una riduzione di carichi fisici di lavoro per gli operatori, minimizzando i rischi di malattie professionali”.
Per la Uil Marche un’altra criticità sta nella frammentazione della governance.
“La Uil Marche – conclude la nota – propone un modello che bilanci centralizzazione e operatività territoriale. Con un organismo regionale di coordinamento che dovrebbe stabilire le linee guida strategiche, mentre soggetti tecnici provinciali tradurrebbero queste direttive in piani operativi. Gli obiettivi sono: mantenere tariffe sostenibili per i cittadini e salvaguardare i livelli occupazionali puntando ad un lavoro di qualità. Inoltre investire nella sicurezza dei lavoratori e una gestione dei rifiuti funzionale all’economia del territorio.”
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