Da qualche anno la lotta al rhynchophorus ferrugineus (il famigerato punteruolo rosso), parassita delle palme che tanti danni produce a San Benedetto del Tronto, si combatte con armi spuntate. Questo perchè non sono più a disposizione i prodotti che hanno consentito di tenere a bada gli attacchi dell’insetto alle circa 1.700 palme che costituiscono il patrimonio pubblico cittadino.
San Benedetto del Tronto: armi spuntate contro il punteruolo rosso
Negli ultimi anni, infatti, il Ministero della Salute ha via via ritirato dal mercato tutti i principi attivi utilizzati contro tale parassita. In particolare, non sono più in commercio i fitofarmaci la cui efficacia era stata ampiamente provata. I prodotti che oggi si possono utilizzare in ambito urbano non hanno purtroppo la stessa efficacia delle molecole in commercio fino a ieri. Né a livello preventivo, proteggendo la pianta dagli attacchi del parassita, né a livello curativo, eliminando l’infestazione quando questa è in atto.
Il Comune di San Benedetto del Tronto da almeno 15 anni lotta contro il punteruolo rosso e, grazie alla sensibilità di tutte le Amministrazioni che si sono avvicendate e all’impegno del personale del servizio Aree Verdi, in questo arco di tempo i palmizi della città sono stati conservati pressoché integralmente. Un lavoro che ha avuto riconoscimenti ai più alti livelli, in convegni e tavoli di lavoro. Ed è un dato di fatto che in altre realtà, anche con maggiori disponibilità economiche e più rinomate, le palme sono completamente sparite da viali e giardini pubblici.
In attesa della registrazione-commercializzazione di nuovi prodotti, il servizio Aree Verdi prosegue con il programma di trattamento. Programma che consiste in 4/5 passaggi all’anno delle palme con il metodo della doccia dell’apice della pianta.
Utilizzando solo ed esclusivamente i fitofarmaci autorizzati.
E’ inoltre in corso da tre anni una sperimentazione con il metodo dell’endoterapia su 200 esemplari del centro urbano. Tale tecnica prevede la foratura del fusto della pianta e l’introduzione, a pressione, di emamectina benzoato. (Il suo utilizzo è autorizzato esclusivamente per questa tipologia di trattamento).
Contemporaneamente si sostituiscono le palme morte, previo abbattimento degli stipiti in piedi con eradicazione della ceppaia, con la messa a dimora di nuove palme. Privilegiando le specie che dimostrano maggiore resistenza al parassita.