La locale sezione di Italia Nostra segnala al sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti lo stato di degrado in cui versa l’antica e preziosa Porta Sigismundus di Palazzo Miliani. Riportiamo di seguito il testo della lettera firmata dal presidente, il professor Gaetano Rinaldi.
Italia Nostra Ascoli Piceno: Porta Sigismundus in totale degrado
“Merita un pieno apprezzamento – si legge nella nota – l’iniziativa di Enzo Morganti che ha voluto segnalare la condizione di degrado in cui versa uno splendido portale che giace, abbandonato dietro una impenetrabile barriera di auto in sosta, nella parte terminale di Corso Mazzini quasi all’altezza di Porta Romana.
Purtroppo anche noi siamo costretti a segnalare un’altra condizione di degrado e abbandono. Si tratta di una porta in legno realizzata nel XVI sec. che presenta nella parte superiore alcune figure intarsiate ormai quasi illeggibili. Mentre subito sotto appare ancora ben visibile la scritta Sigismundus, forse il proprietario del locale, ubicato in Via Dei Bonaccorsi. Di fronte alla Piazza Viola. La porta è in una condizione di degrado totale e si attende, forse, che possa completamente collassare in modo da poterla sostituire. Magari con una serranda di ferro o con una porta di plastica. Il tutto in contrasto con lo splendore del portale a punta di diamante che nobilita, insieme ad un altro situato nella parte destra dell’edificio, la facciata del Palazzo Miliani attribuita a Cola dell’Amatrice.
E’ evidente che questa porta con il portale, a nostro parere, dovrebbe essere riconosciuto come un bene culturale presentando indiscutibilmente un interesse artistico e storico di particolare importanza.
Meriterebbe, quindi, di essere assoggettata alla rigorosa forma di tutela, prevista dall’art. 10 del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n.42.
Comprendendo le lungaggini per un rapido completamento della pratica di riconoscimento come Bene Culturale della Porta e del Portale, la Sezione si permette di formulare una diversa proposta.
Il locale di cui trattasi risulta, come peraltro tanti altri presenti nel centro storico, da lungo tempo in una condizione di abbandono. E non sembra che ci sia un minimo interesse a renderlo fruibile, forse nell’attesa che la porta finalmente scompaia definitivamente.
Ma non crediamo sia questo il motivo. E’ vero, invece, che molti locali presenti nel centro storico della città sono in condizione di abbandono simile per la progressiva perdita di ruolo della città determinata principalmente dal decremento demografico sempre più virulento.
Cosa fare, allora?
La Sezione aveva pensato di avviare una raccolta fondi per tentare di recuperare con la somma raccolta la porta e in proposito contattò un restauratore per accertarsi della spesa da sostenere. Di fronte all’entità dell’importo richiesto la Sezione ha dovuto rinunziare all’iniziativa, anche perché nel frattempo aveva provveduto a finanziare, con il contributo di 10mila euro elargito dalla sede centrale, il restauro del pregevole Tabernacolo di Giorgio Vasari custodito nella Cattedrale di Ascoli. E, con il denaro offerto dagli aderenti ad una raccolta fondi, a far consolidare gli affreschi della Chiesa di Vitavello, evitando, in questo modo, la loro scomparsa.
Ma a parere della Sezione l’idea di collaborare al recupero e restauro della porta rimane ancora valida.
Propone allora che si attivi una collaborazione tra tutte le Associazioni Culturali e di Tutela di Ascoli e del Territorio per avviare, previ preventivi accordi tra il proprietario del locale, l’Amministrazione Comunale, la Soprintendenza Marche Sud e le Associazioni aderenti all’iniziativa, una raccolta fondi da utilizzare per il recupero e il restauro del bene.
Per fare cosa, poi ?
L’idea è di rendere possibile, a recupero avvenuto, la fruizione del locale dove si trova la preziosa porta come “Il Luogo della Memoria della Città”. Luogo dove a rotazione le varie Associazioni aderenti all’iniziativa possano organizzare incontri, dibattiti, mostre in cui presentare immagini storiche della città, evidenziandone le eventuali condizioni di abbandono e di degrado. O esaltando il valore degli interventi di recupero e valorizzazione avvenuti. Contribuendo in questo modo, in maniera efficace e collaborativa, alla elaborazione e formulazione di proposte innovative per il rilancio economico, sociale e demografico della città e del territorio.
Potrebbe sembrare una proposta velleitaria e forse lo è. Ma, oltre questo, c’è sicuramente la condizione di abbandono che vediamo e l’attesa della scomparsa definitiva di un’altra preziosa testimonianza della nostra civiltà.
Quindi rivolgiamo un caloroso invito a tutti ad assicurare la propria collaborazione. Mostrando, in questo modo, di non limitarsi all’esternazione di sterili lamentele, confermando, invece, il proprio fattivo concreto impegno per migliorare le cose. E per rendere la nostra città e il territorio sempre più belli e più accoglienti”.
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