Nei primi nove mesi del 2024 in Italia sono state presentate all’INAIL 433.002 denunce di infortunio sul lavoro, con un aumento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. E purtroppo si registra un incremento del 2% per gli infortuni mortali, saliti a 776, (+15 casi in v.a.). Una situazione decisamente preoccupante.
Infortuni sul lavoro nelle Marche: i dati dei primi nove mesi del 2024
Nelle Marche nel periodo in esame le denunce sono state 12.378 con una diminuzione dello 0.8% rispetto allo scorso anno. Sono invece in aumento quelle inerenti gli infortuni in itinere che passano da 2.022 a 2.046 (+1.2%). In particolare registrano un incremento dell’8.9% quelli con mezzi di trasporto. Sul dato regionale complessivo il 65,8% di infortuni riguarda uomini, il 78% di lavoratori italiani.
Infortuni sul lavoro nelle Marche: i comparti
Circa i comparti il manifatturiero registra una diminuzione del 2.6% (da 1.987 a 1.935). Significativi invece gli incrementi in alcuni settori. Costruzioni: +11.3% (da 959 a 1.067); Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature n.c.a.: +20.8% (da 192 a 232); Commercio all’ingrosso e al dettaglio-riparazione di autoveicoli e motocicli: + 24.9% (da 563 a 703 denunce). Amministrazione pubblica e difesa- assicurazione sociale obbligatoria: +161% (da 54 a 141); Istruzione: +114% (da 14 a 30).
Infortuni sul lavoro nelle Marche: i dati provinciali
Tutte le province marchigiane registrano delle diminuzioni nelle denunce d’infortunio presentate all’INAIL. Più specificatamente: Ancona da 4.241 a 4.203; Ascoli Piceno da 1.687 a 1.638 (-2.9%); Fermo da 933 a 1.004; Macerata da 2.642 a 2.585; Pesaro Urbino da 2.979 a 2.948. Anche gli infortuni mortali registrano una diminuzione poiché si passa da 19 a 12 (-36.8%), di cui 4 in itinere (+100%). Quello delle costruzioni, con 3 decessi, è il settore maggiormente colpito (+50%). 81% di lavoratori italiani ed esclusivamente uomini.
Ancona con 5 decessi è la provincia più colpita, seguita da Fermo con 3, Macerata con 2, poi Ascoli Piceno e Pesaro Urbino con un morto ciascuna.
Le malattie professionali nelle Marche
Per quanto riguarda le malattie professionali prosegue, purtroppo, il trend negativo nella nostra regione poiché passano da 4.959 a 5.925 (+19.5%): il 71% di uomini, l’88% di lavoratori italiani.
Le Marche restano al terzo posto, dopo Toscana e Puglia in questa triste classifica.
Tutte le province marchigiane registrano un incremento delle patologie professionali denunciate all’Istituto. Ovvero: Ancona da 961 a 1.333 (+38.7%); Ascoli Piceno da 579 a 627 (+8.3%); Fermo da 630 a 701 (+11.3%). Macerata da 1.487 a 1.846 (+24.01%); Pesaro Urbino da 1.302 a 1.418 (+8.9%).
I tumori aumentano del 20% (da 44 a 53) e le malattie del sistema nervoso da 878 a 977 (+11.3%). Le malattie dell’orecchio e dell’apofisi mastoide passano da 245 a 257 (+4.9%); le malattie del sistema osteo muscolare e del tessuto connettivo da 3.415 a 4.120 (+20.6%).
Infortuni sul lavoro nelle Marche: il commento di Guido Bianchini (*)
“Il calo degli infortuni registrati – scrive Guido Bianchini – dipende da più fattori: più attenzione, maggiore consapevolezza, più In-Formazione e addestramento. Ma dipendea anche dalle ore di CIG autorizzate pari a 15,2 milioni tra Cassa integrazione, FIS e altri fondi di solidarietà. Ciò vuol dire meno ore lavorate e utilizzo degli impianti, quindi meno presenza in fabbrica e meno rischi lavorativi. Il ricorso alla CIG è presente in tutte le province marchigiane. I dati illustrati, sempre provvisori e soggetti a variazioni, sono fonte di riflessione e preoccupazione. I numeri dicono sempre qualche cosa!”
“Preoccupa – continua Bianchini – l’attualità dei rischi legati alla circolazione stradale che, peraltro, colpiscono in misura relativamente maggiore le donne. Loro, infatti, pagano il triplice ruolo di moglie-madre-lavoratrice in termini di lucidità e concentrazione nella guida. Il dato sulle malattie professionali, è un segnale di allarme soprattutto se, in prospettiva futura, si parla di invecchiamento della popolazione attiva. Bisogna senza indugi approfondire i motivi ed i rischi che nel tempo producono l’evento patologico. E’ prioritario garantire luoghi di lavoro più sicuri e una vita post lavorativa che consenta a tutti di potersi godere l’agognata pensione”.
(*) membro del Comitato nazionale Uil COCOPRO Inail.
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