La chiusura del ponte Ancaranese comporta da tempo disagi alla popolazione di un tratto della Vallata del Tronto, sui lati marchigiano e abruzzese. I disagi maggiori sono causati dall’intasamento delle strade alternative e dal conseguente aumento dei livelli di inquinamento dell’aria.
Nei giorni scorsi vari sindaci ed esponenti di associazioni di categoria sono intervenuti per segnalare il problema, compreso il Sindaco del comune capoluogo. Poi il presidente della Provincia di Ascoli Piceno Sergio Loggi è intervenuto accusando il sindaco Fioravanti, fra le altre cose, di aver preso disertato le riunioni tecniche che hanno portato alla decisione di chiudere il ponte. E chiamando in causa anche il Commissario straordinario alla Ricostruzione Castelli.
Riportiamo integralmente una nota congiunta firmata da Sindaco di Ascoli Piceno e Commissario alla Ricostruzione. Con essa intendono chiarire la loro posizione e quella della Provincia di Ascoli Piceno.
Ponte Ancaranese: la replica di Marco Fioravanti e Guido Castelli
“Il ponte sull’Ancaranese è una struttura vitale non solo per il territorio di riferimento, ma perché rappresenta un elemento strategico anche del piano di rivitalizzazione viaria del cratere sismico. Ed in particolare per la mobilità interregionale Marche e Abruzzo, costantemente al centro dell’attenzione dei governatori Acquaroli e Marsilio.
É per questo che, nell’ambito della redazione del piano delle opere pubbliche della regione Marche approvato con Ordinanza commissariale n. 137 del 03/05/2023 ed in seguito a segnalazione da parte della Provincia di Ascoli Piceno del nesso di causalità con il danno da sisma, sono state stanziate dalla struttura commissariale risorse per 7.680.000 euro, che si vanno a sommare a ulteriori complessivi 5.279.000 euro di Fondi MIT e Anas, per la rigenerazione delle strade provinciali nel tratto interessato dai due ponti affiancati sul fiume Tronto nei Comuni di Ascoli Piceno e Ancarano (TE).
Designando per l’appunto la Provincia Ascolana nel ruolo di soggetto attuatore dell’intervento.
In considerazione dell’importanza dell’attuazione dell’intervento per il territorio, e stante il mancato rispetto del cronoprogramma per l’attuazione dell’intervento da parte della Provincia di Ascoli Piceno, il 4 settembre 2023 con proprio decreto n. 639 il Commissario straordinario Castelli ha individuato l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche quale nuovo soggetto attuatore dell’intervento. L’USR Marche si è subito adoperato, nominando tempestivamente il RUP che ha redatto, ai sensi del nuovo codice dei contratti, il documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP). Acquisendo, tra l’altro, l’apprezzamento pubblico anche del segretario provinciale del PD Piceno.
Il progetto proposto dall’Ufficio Speciale, giova ricordare, prevedeva la demolizione dei due manufatti che compongono il ponte, quello in muratura e quello in cemento armato. Con la ricostruzione di un’unica infrastruttura.
Il tutto senza però interrompere il traffico veicolare in una zona così sensibile per il Piceno e la Val Vibrata.
Ragion per cui la circolazione sarebbe stata garantita grazie al passaggio dei mezzi sul ponte in cemento armato. Ponte che sarebbe a sua volta stato oggetto di adeguamento e monitoraggio costante prima di essere demolito.
In data 31 gennaio u.s. si è svolta la conferenza dei servizi regionale per acquisire i pareri sul suddetto progetto. Tale progetto ha ricevuto assenso generale fatta salva la richiesta del rappresentante del MIC che, relativamente al manufatto in muratura sottoposto a vincolo di tutela ope legis e ai fini della demolizione, ha prescritto l’avvio del procedimento di verifica dell’interesse culturale.
Detto procedimento risulta avviato dalla provincia di Teramo e verosimilmente dovrebbe concludersi entro i primi giorni del mese di ottobre.
All’esito dello stesso potrà concludersi la redazione del PFTE da parte del progettista interno all’USR Marche, già formalmente individuato.
Parallelamente alle attività per la realizzazione della nuova opera, abbiamo appreso che la provincia di Teramo lo scorso 8 agosto ha disposto con ordinanza la chiusura del ponte in muratura. Questo poichè da studi effettuati sarebbe emerso che non risulta più garantita la percorribilità in sicurezza.
Si rende quindi oggi necessario, come peraltro già richiesto a gran voce dai sindaci di Ancarano, Castel di Lama e Colli del Tronto, adeguare il ponte in cemento armato affinché possa essere utilizzato a doppio senso di marcia. Non si tratterebbe di null’altro che di procedere coerentemente a quanto già stabilito nel DOCFAP. Documento approvato e discusso nel corso della Conferenza dei Servizi per la cantierizzazione del nuovo ponte. Senza riserva alcuna agli atti da parte dell’Amministrazione provinciale.
I cittadini, il mondo produttivo ed industriale del nostro territorio non possono ulteriormente subire le palesi difficoltà della provincia di Ascoli Piceno. Hanno necessità di soluzioni immediate atte a ridurre i disagi. La soluzione c’è, basta attuarla”.
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