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Circa 4000 medici e 2000 professionisti della sanità nel 2023 sono andati a lavorare all’estero. È quanto emerge dagli ultimi dati forniti dall’Associazione medici di origine straniera in Italia (AMSI) e dall’Unione Medica Euro Mediterranea (UMEM). Un problema, quello della fuga all’estero dei lavoratori del comparto medico, che non risparmia nemmeno l’Ast Ascoli Piceno. Riportiamo la nota diffusa alla stampa dal sindacato delle professioni infermieristiche NurSind di Ascoli, firmata dal segretario dr. Maurizio Pelosi.

E’ emergenza professionisti della sanità

“Secondo le statistiche formulate da Amsi e Umem, la regione con più richieste di trasferimento all’estero è la Lombardia, con 630 casi nel 2023 (di cui 430 medici e 125 infermieri e professionisti della sanità). Seguono il Veneto con 600 e il Piemonte con 550.

Non va meglio però per le altre regioni: nel Lazio se ne contano 515, in Campania 475, in Calabria e Emilia-Romagna 450, in Puglia e Sicilia 300, in Toscana 275, in Liguria 250, nelle Marche 225, in Sardegna 200, in Umbria 175, in Trentino-Alto Adige 150, in Abruzzo 105, in Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta 100, in Basilicata e Molise 75.

I numeri da parte della Federazione Nazionale degli infermieri, da questo punto di vista, non fanno altro che da megafono al settore che da mesi chiede aiuto. Secondo le stime, infatti, sono 127mila i pensionamenti di infermieri al 2033.

ast ascoli piceno

Il segretario del NurSind di Ascoli Piceno Maurizio Pelosi

Nei Paesi del Golfo Persico gli stipendi vanno dai 3mila ai 6mila euro, ci sono agevolazioni fiscali, burocrazia snella, aiuti per l’inserimento scolastico dei figli.

Sono sirene alletanti per le orecchie di professionisti spesso sottoposti a carichi di lavoro enormi e con stipendi inadeguati.

Purtroppo, Il 59% degli infermieri in servizio negli ospedali italiani è molto stressato e il 36% sente di non avere il controllo sul proprio carico di lavoro. Il 47,3% si percepisce “privo di energia” e nel 40,2% dei casi si ravvisa un esaurimento emotivo elevato. Il 45.4% ritiene che l’impegno professionale non lasci abbastanza tempo per la propria vita personale e familiare.

Alla domanda sulla possibilità di lasciare entro il prossimo anno l’ospedale a causa dell’insoddisfazione lavorativa, quasi la metà degli infermieri ha risposto in modo affermativo (45.2%). L’analisi del reale grado di stress dei professionisti e dei suoi principali motivi, rapportandolo con le possibili ricadute sull’assistenza, è raccolta nello studio BENE (BEnessere degli Infermieri e staffiNg sicuro negli ospEdali) realizzato dall’Università di Genova con il sostegno dalla Federazione nazionale degli infermieri (Fnopi). Studio appena pubblicato sulla rivista istituzionale della Federazione “L’Infermiere”.

Anche in AST di Ascoli Piceno, si sta verificando un aumento delle partenze per lavorare all’estero

Un tecnico di radiologia partirà per la Germania a marzo 2024, seguito da un’infermiera a metà anno. In veste di segretario territoriale di Ascoli Piceno, sto ricevendo numerose telefonate riguardo alla procedura di dimission volontaria per trasferirsi all’estero. Ritengo che sia necessaria una seria riflessione nella nostra provincia e nella Regione Marche.

È tassativo che tutte le istituzioni si impegnino per fermare questa fuga verso l’estero, altrimenti il Sistema Sanitario Nazionale rischia di deteriorarsi rapidamente. O addirittura di dover dipendere da professionisti sanitari provenienti dall’estero, come ad esempio dall’India”.

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