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Il sindacato CIMO-FESMED: “la Medicina d’Urgenza è un servizio nevralgico per l’ospedale, che deve essere potenziato. Nessuna informazione trasmessa alle organizzazioni sindacali dall’AST Ascoli Piceno”.

Riportiamo la nota diffusa dall’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa dei medici ospedalieri, nota firmata dal dr. Andrea Piccinini, segretario regionale CIMO.

AST Ascoli Piceno: scende in campo il sindacato dei medici CIMO-FESMED

“Assistiamo da giorni – si legge nella nota – al dibattito pubblico sulla riorganizzazione dei servizi ospedalieri dell’azienda sanitaria Picena. Dibattito che vede contrapposti gli operatori sanitari, preoccupati dalle voci sul ridimensionamento di alcuni reparti, al direttore generale dell’AST Ascoli Piceno Nicoletta Natalini, costretta a rincorrere e smentire tali voci bollandole come inutili allarmismi.

Come sindacato fortemente rappresentativo della Dirigenza Medica, vorremmo offrire un contributo al dibattito, esprimendo un parere quanto più possibile equilibrato. Partendo dai dati oggettivi.

Le strutture di Medicina d’Urgenza dei due Ospedali sono obbligatoriamente previste in tutti gli atti e delibere relative all’assetto organizzativo aziendale. Su tale presupposto riteniamo quindi altamente improbabile la loro chiusura, a meno di una modifica dell’atto aziendale che prevedesse tale ipotesi.

Ma sarebbe clamoroso se ciò avvenisse.

Per cui pensiamo che la dott.ssa Natalini non procederà mai alla chiusura della MURG del Madonna del Soccorso. A meno di non voler sparare il colpo di grazia alla spina dorsale del centro nevralgico dell’Ospedale che dovrebbe occuparsi prevalentemente di Emergenza-Urgenza.

Riteniamo altrettanto improbabili le voci di qualsiasi ipotesi di ‘ridimensionamento’ della MURG che potrebbe avvenire ad esempio con una riduzione del numero di posti letto, e l’affidamento degli stessi alla gestione diretta dei medici che operano nei locali del pronto soccorso. Magari con il pretesto della carenza di personale.

Se ciò avvenisse sarebbe clamoroso e questo sì che rappresenterebbe la vera ‘chiusura di fatto’della MURG.

Perché pochi letti senza copertura medica dedicata H24 (ma affidati al solo medico che lascia il pronto soccorso per intervenire in urgenza), non potrebbero consentire alcuna vera funzione di Medicina d’Urgenza. E tanto meno di attività semintensiva.

Infatti, se la funzione della Medicina d’Urgenza e semintensiva deve rimanere, come più volte dichiarato dalla stessa dott.ssa Natalini, tale funzione deve prevedere obbligatoriamente che l’assistenza sia fornita per 24 ore al giorno da un medico dedicato. E non dai medici che operano negli ambulatori del pronto soccorso, impossibilitati alla gestione di tali letti.

Pertanto, siamo convinti che la dott. ssa Natalini non procederà mai a tale tipo di riorganizzazione perché, se ciò avvenisse sarebbe messa seriamente a rischio la garanzia di erogazione dei LEA. Ed aumenterebbe il rischio clinico per i pazienti assistiti e per gli operatori sanitari del pronto soccorso.

Sarebbe poi incredibile se ciò venisse ipotizzato per risparmiare ulteriormente sulle risorse umane ed economiche necessarie a garantire i servizi, nel contesto organizzativo dei pronto soccorso. Contesto in cui, al momento, mancano tredici medici rispetto al fabbisogno del personale nei due ospedali.

Il difficile reclutamento di personale in pronto soccorso non dovrebbe mai rappresentare un pretesto per riorganizzare i servizi al ribasso, andando a ridurre ulteriormente il numero di medici da dedicare a tali attività.

Siamo invece certi, che tutte le scelte della Direzione saranno orientate a valorizzare al massimo le risorse umane che operano nei pronto soccorso, mantenendo le incentivazioni economiche. E cercando di reclutare celermente il personale da assumere. Magari sollecitando le procedure concorsuali, che al momento languono da tempo negli uffici amministrativi.

Infine, riteniamo poco probabile l’imminente attuazione di un progetto di riorganizzazione da parte della dott.ssa Natalini, perché, in tal caso, la Direzione avrebbe avuto l’obbligo di trasmettere ai sindacati la dovuta informazione preventiva prevista dalle norme. Come da noi sollecitato via PEC.

La mancata informazione rappresenterebbe non solo una violazione contrattuale, ma anche la violazione di un diritto fondamentale delle organizzazioni sindacali, sancito dall’art 28 dello statuto dei lavoratori.

L’ipotesi di riorganizzazione dei servizi senza il coinvolgimento dei sindacati, sarebbe un fatto gravissimo sul piano normativo. Oltreché clamoroso, sul piano operativo, per un Direttore di provata esperienza.

Certo, una critica ci sentiamo di rivolgerla.

Sarebbe stato meglio scriverli i progetti, piuttosto che lasciare circolare in giro voci incontrollate sulla riorganizzazione. Anche per consentire alla stampa, ai cittadini, ai sanitari e ai rappresentanti politici di esprimere giudizi su fatti concreti piuttosto che su tante parole.

Come sindacato attendiamo la dovuta informazione prima della definitiva adozione di qualsiasi atto organizzativo, pronti ad esprimere osservazioni, proposte e giudizi su fatti concreti. Auspicando un clima di corrette relazioni sindacali e non di contrapposizione.

Gli elementi oggettivi in nostro possesso ci orientano a ritenere il clamore sollevato da tante voci una tempesta in un bicchier d’acqua. Siamo sicuri che la dott.ssa Natalini, dotata di notevoli competenze ed esperienza, non metterà mai in atto qualcosa di così eclatante.

Di certo come sindacato vigileremo sui prossimi sviluppi. E qualora le ipotesi di tante voci trovassero conferma, prenderemo atto di una clamorosa ed incomprensibile volontà della Direzione. E metteremo in atto tutte le dovute azioni per la tutela dei colleghi medici.”

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