Nel Museo civico di Villa Colloredo Mels è stata inaugurata “Cibernetica e Fantasmi” la prima mostra italiana sulla poesia, scritta dall’intelligenza artificiale, con l’intelligenza artificiale e sull’intelligenza artificiale. Promossa dal Comune di Recanati, è curata da Sineglossa in collaborazione con La Punta della Lingua.
Recanati: inaugurata la mostra “Cibernetica e Fantasmi”
“Cibernetica e Fantasmi” è una mostra che sceglie la città natale di Giacomo Leopardi e un titolo ispirato a una conferenza di Italo Calvino per illuminare nuovi punti di contatto tra l’eterno bisogno umano di poesia e le capacità linguistiche e combinatorie delle intelligenze artificiali.
“La poesia – commenta il sindaco Antonio Bravi – è da sempre considerata un’espressione unica e senza tempo dell’ingegno umano. Oggi sta sperimentando una nuova era di innovazione con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il nuovo ‘oracolo’ dei nostri tempi, l’IA, è uno strumento che sfida le convenzioni ma non esclude il dire e sentire del poeta stesso. ‘Cibernetica e Fantasmi’ è un’esposizione unica che dialoga nelle sale di Villa Colloredo Mels con la grande arte di ieri e di oggi. E offre ai visitatori interessanti spunti di riflessione sul futuro”.
L’idea che una macchina possa rimuovere l’essere umano dai “negozi della vita” e sostituirlo tanto nelle cose materiali, quanto e soprattutto in quelle spirituali, è anticipata da Leopardi nel 1824. In una delle Operette morali meno note ma più visionarie e futuribili, lui immagina un’Accademia dei Sillografi (*) che istituisce un bando di concorso per premiare le tre migliori invenzioni capaci di sostituire l’essere umano.
Recanati: il concorso di poesia
La mostra è stata anticipata dal concorso di poesia Cibernetica e Fantasmi: un concorso aperto a tutti, poeti e non, per poesie scritte dall’IA, sull’IA o con l’IA. La poesia vincitrice è stata annunciata nel corso dell’opening della mostra: Gino il visionario, di Riccardo Socci.
La giuria, composta da Federico Bomba, presidente di Sineglossa, Luigi Socci e Valerio Cuccaroni, direttori artistici de La Punta della Lingua, Roberta Iadevaia, storica della letteratura computazionale, e Fabrizio Venerandi, poeta computazionale, ha assegnato il premio a Riccardo Socci “per la sua capacità di utilizzare la tecnologia in funzione della propria poetica. Selezionando, ritagliando e montando stringhe di testo generate da Chat GPT, sulla base di domande sull’arte e sulla società, poste dall’autore al software. Per la resa stilistica, che interpreta in chiave contemporanea la tradizione della poesia prosastica. Per avere associato un grande avanguardista del XX secolo (De Dominicis) con uno dei generi d’avanguardia del XXI secolo (la poes-IA)”.
La poesia vincitrice e le due poesie finaliste – STANDBYME di Valentina Goretti e Cosa significa? – Oracolo dei mutamenti di Filippo Lubrano – rimarranno esposte fino al 30 dicembre all’interno della mostra recanatese.
In occasione del talk di apertura è stato ospitato un reading interattivo di co-creazione live con ChatGPT di Andrea Capodimonte.
La mostra
“Cibernetica e Fantasmi”, lo stato dell’arte su poesia e IA, offre un percorso espositivo che parte dai primi esperimenti elettronici fino all’utilizzo delle intelligenze artificiali generative come ChatGpt o MidJourney, attraverso le opere di alcuni degli artisti italiani e statunitensi più attivi nel panorama contemporaneo della ai-generated poetry.
Da Tape Mark 1, la pionieristica opera computazionale di Nanni Balestrini del 1962, ad I am code: An Artificial Intelligence Speaks, testo in versi scritto da Code-davinci-002, un antenato di ChatGpt, e letto da Werner Herzog, Il regista ed esploratore dell’ignoto che, sorpreso dal loro potere evocativo e disturbante, ha affermato: “Sono io l’unico che dovrebbe recitarle”.
Dai fotoromanzi poetici di Fabrizio Venerandi, il googlism di Marco Giovenale e le audiopoesie Persona utopica / persona distopica di Francesca Gironi. Fino a quelle totalmente analogiche sul rapporto uomo-macchina di Paolo Agrati.
Infine, due opere internazionali che sono già pietre miliari della poesia realizzata con l’IA: 1 the Road di Ross Goodwin, che, sulle orme di Jack Kerouac, ha percorso migliaia di chilometri insieme ad una IA che scriveva di quello che vedeva e sentiva, e COMPLETION: Are you ready for the future? della pluripremiata poetessa Sasha Stiles, scritte con Technelegy, il suo alter-ego digitale.
All’interno del percorso espositivo è possibile, inoltre, assistere alla proiezione del mediometraggio fantascientifico Il Versificatore del 1971. Il mediometraggio è tratto da un racconto di Primo Levi, conservato nelle Teche Rai, sulla commercializzazione di una macchina generatrice di poesie.
(*) I sillografi erano, nell’antica Grecia, poeti di versi ironici e burleschi.
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