“Nell’ultimo anno, rispetto al passato, sono state diverse le donne che si sono rivolte al servizio chiedendo aiuto per una situazione di gioco d’azzardo eccessivo. Il nostro servizio è pronto ad accogliere con particolare attenzione queste richieste d’aiuto”. A fare il punto sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico nel Piceno è la dott.ssa Maria Aureli, counselor e referente territoriale degli Sportelli attivati dalla Cooperativa Ama Aquilone. Sportelli attivati dall’Ambito Sociale XXII e XXIV.
Gioco d’azzardo patologico: gli Sportelli gratuiti
Si tratta di una serie di sportelli gratuiti, dislocati nel territorio Piceno, che offrono sostegno ai giocatori d’azzardo patologico. Non solo: offrono anche ascolto, orientamento ed indicazioni alle persone affette da dipendenza digitale e alle loro famiglie.
Accanto alla dipendenza da sostanze, alcol, tabacco, gioco d’azzardo, c’è infatti anche la “dipendenza da internet”. Quest’ultimo è un disturbo che può colpire chiunque, giovani ed adulti, perché legato ad un utilizzo ossessivo della tecnologia digitale in tutte le sue forme, dalla navigazione sui social network, alla visualizzazione dei filmati fino al gioco online.
Diendenze patologiche: la Cooperativa Ama Aquilone
Nell’Ast Ascoli Piceno è la Cooperativa Ama Aquilone che gestisce il progetto che si occupa delle problematiche legate al gioco d’azzardo patologico e alle dipendenze digitali. Lo fa dall’aprile del 2018, attraverso lo sviluppo del piano regionale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da GAP e dipendenze digitali.
“Spesso – spiega la psicologa Marta Bugari – capita di sentir dire da familiari, conoscenti o giocatori stessi che la situazione problematica e di sofferenza che segue lo svelamento dei debiti, sia dovuta a un errore o un comportamento superficiale. Per cui chi gioca non ha pensato alle conseguenze che quel rapporto disfunzionale con il mondo dell’azzardo poteva causare. In questo modo si tende a banalizzare un problema di dipendenza. È molto importante, invece, soprattutto nelle prime di fasi del percorso, fare chiarezza su questo aspetto. E aiutare chi si rivolge al servizio ad acquisire una sempre maggiore consapevolezza che la dipendenza, anche senza sostanza, è dipendenza. Un comportamento problematico persistente e ripetuto di matrice psicologica”.
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