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Giorgio Cipollini, segretario della Cisl Fp Ascoli Piceno – Fermo, denuncia il malfunzionamento del Centro unico di prenotazione dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto. E il fallimento della sanità pubblica regionale. Riportiamo la nota diffusa alla stampa.

Nota della segreteria della Cisl Fp Ascoli – Fermo

“20 luglio 2023, un utente richiede una risonanza magnetica con carattere di ‘urgenza’. La prestazione dovrebbe essere erogata entro dieci giorni, ma la prima data utile è il 28/09/2023. Tra l’altro non nella sede ospedaliera bensì in una struttura privata convenzionata.

L’intero sistema di prenotazioni è stato modificato senza un’adeguata informazione ai dipendenti che si trovano a fronteggiare quotidianamente un’utenza sempre più esasperata. Utenza che non può fare altro che individuare nell’operatore del CUP il capro espiatorio delle croniche disfunzioni del servizio sanitario pubblico.

Ci chiediamo come sia possibile che un dipendente, un giorno alla settimana, venga allontanato dallo sportello dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto per essere assegnato, unicamente dalle 8.00 alle 10.00, al servizio cassa di un distretto dell’entroterra. E per le rimanenti 4 ore sia “a disposizione” nel medesimo distretto, per il solo completamento dell’orario, mettendo in crisi gli sportelli centralizzati del Madonna del Soccorso.

Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno: la situazione

A dicembre 2022 sono state concluse le procedure per l’individuazione degli incarichi di funzione (Responsabili dei servizi). A fine luglio 2023 non si è ancora provveduto ad attribuire detti incarichi alimentando, a dismisura, la cronica disorganizzazione dei servizi. Servizi che da tempo sono privi di adeguate figure di riferimento.

L’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno, dall’1/01/2023 ad oggi è stata gestita da tre diversi Commissari e dal 17/07 u. s. da un nuovo Direttore Generale. Sette mesi di stallo inaccettabili che hanno avuto una ripercussione devastante sul servizio sanitario pubblico a favore del privato che di giorno in giorno fiorisce in danno a tutti i cittadini del territorio. Ed in particolare per le categorie meno abbienti.

La rassegnazione di chi oramai, a priori, rinuncia ad un diritto costituzionalmente sancito pagando privatamente prestazioni sanitarie private, non deve prevalere!”

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