Da domani il via ufficiale ai saldi estivi. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 213 euro. Cioè 95 euro pro capite per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro. Alcune indicazioni utili.
Cambi
La possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante. Questo, naturalmente, se il capo non è danneggiato ed è conforme a quanto dichiarato (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). Se il capo risulta danneggiato, per il negoziante scatta l’obbligo della riparazione o della sostituzione. Nel caso sia impossibile, in negoziante deve ridurre il prezzo o addirittura restiruirlo. L’acquirente, però, deve denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Prova e pagamenti
Non esiste un obbligo, per il negoziante, di consentire la prova dei capi, quindi la possibilità è rimessa alla discrezionalità di quest’ultimo. Il negoziante ha l’obbligo di accettare il pagamento con carte di credito. In ogni caso vanno favoriti i pagamenti cashless.
Prodotti in vendita e prezzi
I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Il negoziante ha l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto applicato e il prezzo finale. Il prezzo normale è, in base al D.lgs 26/2023, il prezzo più basso applicato alle generalità dei consumatori nei trenta giorni precedenti l’avvio dei saldi.
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