Intelligenza artificiale, lavoro e imprese sono al centro del nuovo report di Confartigianato. Report che ha sottolineato come il mercato del lavoro stia registrando un cambio di paradigma, determinato dalla diffusione di sistemi di IA. L’impatto di tali tecnologie in Italia è inferiore rispetto alla media dei Paesi UE. Ma nonostante ciò, il 36,2% degli occupati avrà un’esposizione alta all’impatto dell’intelligenza artificiale sul proprio lavoro. Tale utilizzo interessa soprattutto i processi di produzione, ma anche quelli di marketing e vendite e sicurezza.
Intelligenza artificiale e rischio disoccupazione digitale
Una delle questioni aperte sul tema, secondo Confartigianato, è il “rischio robot”. Cioè il rischio per l’occupazione nelle imprese a rischio automazione, che vede una significativa propensione nel nostro Paese (26,4% degli occupati). Una situazione che impatta anche nelle Marche, con una quota di addetti ad alto rischio automazione sopra la media nazionale (27,3% sul totale).
Quanto alle province di riferimento, quella di Ascoli Piceno vede valori sopra la media, con un alto rischio automazione per il 26,7%. Il Piceno è seguito dalla provincia di Macerata con il 25,8% e di Fermo con il 22,2%. Alto rischio che cresce in relazione alle attività artigiane (34,3% ad Ascoli Piceno, 31% a Macerata e 27% a Fermo, con una media nazionale del 36,1%).
Quanto ai profili professionali maggiormente esposti a sistemi di IA, le Marche registrano una minore esposizione rispetto ad altre regioni (18,3% sul totale rispetto al 32,5% della Lombardia).
Indice Youth-Friendly Confartigianato
Il report ha anche presentato l’Indice Youth-Friendly Confartigianato, che permette una valutazione dell’habitat per imprese e lavoro dei giovani, misurando il grado di apertura verso gli under 35 dei territori italiani secondo una serie di parametri. Sotto questo aspetto le province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo registrano un livello medio-basso di appetibilità. Urge quindi un maggior stimolo, spiega Confartigianato, per incentivare gli imprenditori a spingere verso quell’indispensabile crescita tecnologica.
“La disoccupazione tecnologica – commenta Giorgio Menichelli, segretario di Confartigianato MC AP FM – è un tema discusso e controverso perché a situazioni di sostituzione di lavoro si delineano altri processi che vedranno una collaborazione tra lavoratori e sistemi di IA. Di sicuro, l’inevitabile cambio di paradigma spingerà gli imprenditori ad accrescere le proprie competenze digitali. E sul fronte dell’occupazione pensiamo che la propensione alla scoperta di nuove conoscenze sarà la chiave in cui si giocherà il futuro di tanti lavoratori. La sfida, infatti, sarà quella di formare una classe attenta alle nuove esigenze del mercato. Sotto questo aspetto realtà come Confartigianato possono dare la giusta spinta all’innovazione. Accompagnando imprenditori e collaboratori nello scoprire le possibilità che si trovano dietro le nuove tecnologie. L’obiettivo è collaborare con l’IA, senza farsi sopraffare o sostituire”.
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