Il recupero non solo come buona pratica di riuso, ma anche come modo per rendere immortali oggetti d’arredo, attraverso l’arte. E’ questo il senso della mostra Design oltre il recupero ospitata alla Maison des Arts presso la Fondazione Pescarabruzzo di Pescara. L’esposizione, con il patrocinio di Consiglio Regionale Abruzzo e Comune di Pescara, è organizzata da SCART, il progetto artistico del Gruppo Hera. Progetto che da 25 anni trasforma i rifiuti in opere d’arte, con oltre mille creazioni al proprio attivo. La mostra rimarrà visitabile fino a domenica 28 maggio.
Design oltre il recupero alla Maison des Arts
All’interno della splendida cornice liberty della Maison sono esposti oltre 50 pezzi fra complementi e veri e propri elementi d’arredo ricavati esclusivamente da scarti. Scarti che nei laboratori SCART hanno preso nuova vita anche grazie al talento dei giovani artisti delle Accademie di Belle Arti e Design di Bologna, Brera, Firenze, Ravenna, Rimini e San Marino.
Un design senza tempo che dà nuova vita agli scarti
Le creazioni SCART esposte attraversano un arco temporale di oltre 20 anni. Circa la metà sono state realizzate negli ultimi 2 anni, mentre la parte rimanente è nata in momenti diversi del percorso progettuale, che proprio quest’anno celebra il quarto di secolo dalla nascita. Oggetti, dunque, molto diversi per tipologia, materiali utilizzati e prospettiva artistica delle mani che li hanno plasmati. Tuttavia, esistono fili invisibili, ma potenti, che uniscono tutte le opere.
Trash art senza tempo
Uno di questi è senz’altro la capacità di attraversare il tempo senza risentire delle mode. La trash art di SCART, infatti, non si riesce a leggere con la filigrana del tempo che scorre. Cosa che invece avviene frequentemente con gli oggetti di design, ognuno figlio degli stili, dei gusti e dei materiali dominanti di ogni epoca.
L’altro filo riguarda certamente la potenza narrativa di ogni pezzo. Perché ognuno racconta una storia che unisce recupero, inventiva e sensibilità artistica. Ad esempio, i rottami di vecchie biciclette sono diventati un appendiabiti e una grande lampada da soggiorno. I carrelli rotti di un supermercato, assieme all’imbottitura per materassi di scarto, sono stati trasformati in un divanetto. E ancora, il sedile smontato da un tram, combinato ai due pneumatici dismessi di un trattore, ha dato vita alla poltrona diventata poi copertina della mostra.
Il divano Santa Maria Novella e quel modo diverso di viaggiare…
Talvolta, poi, le storie non si fermano all’uso della prima vita degli oggetti, ma vanno oltre e parlano di mutamenti profondi che hanno attraversato o attraversano stili di vita e scelte di consumo. E’ il caso, ad esempio, di Firenze Santa Maria Novella, un divano ricavato da pancali e braccioli di carrozze ferroviarie e, soprattutto, da decine di cappelli del personale FS.
I berretti facevano parte di un grosso lotto di abbigliamento dismesso di personale dei vagoni letto. In SCART si accorsero subito che quella partita di divise raccontava la fine di un mondo: quello delle notti passate a dormire sullo sferragliare conciliante dei binari. Un mondo in buona parte pensionato dall’alta velocità e dai voli low cost, formidabili strumenti di spostamento veloce, in cui però siamo tutti un po’ più passeggeri e un po’ meno viaggiatori.
Info
La mostra, a ingresso libero, come detto sarà visitabile fino a domenica 28 maggio. Gli orari di apertura sono i seguenti: da mercoledì a venerdì 17.00 – 20.00; sabato 16.00 – 20.00; domenica 10.30 – 13.30 e 16.00 – 20.00.
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