Export verso i paesi del MERCOSUR in crescita +28,0%. A marzo 2023, è in aumento in termini tendenziali, l’export verso paesi Cina (+26,3%), Turchia (+25,4%), paesi ASEAN (+20,0%) e Stati Uniti (+9,3%). Nonostante ciò si stima nell’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27 , una diminuzione congiunturale per entrambi i flussi.
Export, a marzo in Cina oltre il 26%
Dopo due mesi di crescita, l’export verso i paesi extra Ue27 segna a marzo 2023 una riduzione su base mensile. Una riduzione dovuta principalmente alla contrazione delle vendite di beni di consumo non durevoli. A confermarlo i dati condivisi dall’ISTAT. Nonostante ciò, il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo e pari a +8.455 milioni (-793 milioni a marzo 2022). Il deficit energetico (-5.326 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-8.546 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 13.780 milioni, è elevato e in forte aumento rispetto a marzo 2022 (7.753 milioni). Sempre a marzo 2023, l’export verso paesi MERCOSUR (+28,0%), Cina (+26,3%), Turchia (+25,4%), paesi ASEAN (+20,0%) e Stati Uniti (+9,3%) è in aumento in termini tendenziali. Per contro, si riducono le vendite verso Giappone (-9,8%), Svizzera (-9,3%), Regno Unito (-7,9%) e paesi OPEC (-3,6%).
Riduzione congiunturale
La diminuzione su base mensile dell’export è spiegata soprattutto dal calo delle vendite di beni di consumo non durevoli (-11,9%). In forte contrazione le esportazioni di energia (-27,0%). Aumentano quelle di beni di consumo durevoli (+2,7%) e, in misura contenuta, di beni strumentali (+0,7%) e beni intermedi (+0,3%). Dal lato dell’import, si rilevano ampie diminuzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti.
L’import, in calo da settembre dello scorso anno, registra un’ulteriore riduzione congiunturale. Questa è spiegata per circa due terzi dai minori acquisti di energia e beni intermedi, favorevolmente condizionati dai ribassi dei relativi prezzi.
Nel trimestre
Nel primo trimestre 2023, rispetto al trimestre precedente, l’export aumenta dell’1,3%. Il risultato è trainato in particolare dalle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli (+9,2%). Nello stesso periodo, l’import segna una netta riduzione congiunturale (-19,2%), generalizzata e più marcata per energia (-29,8%).
Leggi anche Lavoro, occupazione ai livelli pre-Covid