Frutta sempre meno sulla tavola. Con il caro prezzi e gli avversi fenomeni climatici, gli italiani hanno tagliato gli acquisti. Dall’analisi di Coldiretti, ridotto il consumo del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele.
Frutta, consumi ai minimi da inizio secolo
Il caro prezzi e il cambiamento climatico che ha decimato i raccolti hanno modificato le scelte degli italiani. Quest’ultimi hanno tagliato gli acquisti di frutta che crollano nel 2022 dell’8% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy a commento dei dati Istat sul calo del potere di acquisto del 3,7% nel quarto trimestre del 2022. Gli italiani hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele. Secondo Coldiretti, il brusco calo ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona. La soglia da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per una dieta sana.
L’allarme
Il dato più allarmante condiviso da Coldiretti è che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti. Nello specifico quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate. Con solo 2,8 miliardi di chili nel 2022 il consumo di frutta degli italiani è risultato poco più della metà di quello di fine secolo nel 2000. Tutto ciò potrebbe avere preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini. Non solo frutta, a diminuire del 10% sono stati anche gli acquisti di ortaggi con riduzioni del 12% in quantità per le insalate e del 22% per i fagiolini.
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