Bio e Distretto Terre Marchigiane, sinergia e collaborazione tra agricoltura e commercio, produttori e ristorazione. Nasce il Distretto Bio Terre Marchigiane.
Bio, nelle Marche si promuovono le eccellenze del territorio
Si è svolta ad Urbino l’assemblea annuale del Distretto Biologico Terre Marchigiane e la prima del Distretto Bio Terre Marchigiane. Quest’ultimo è stato riconosciuto nei giorni scorsi dalla Regione come distretto del cibo di prossimità. Sono solo due in tutta la regione. A presiedere l’assemblea Sara Tomassini, insieme al direttore Amerigo Varotti. Presenti diversi amministratori locali, imprenditori agricoli, rappresentanti di associazioni e istituti scolastici che fanno parte del distretto.
Nel corso dell’assemblea è stato nominato il nuovo consiglio. Sarà composto oltre che da Tomassini (presidente) e Varotti (direttore), già dall’atto costitutivo, da Adele Cerisoli (vice presidente), Riccardo Renga, Davide Bruscia, Sabatino Paoletti, Maria Giuditta Politi, Gianluigi Luzi. “Con il riconoscimento ottenuto, bisogna concretizzare il valore dei prodotti del territorio tramite chi chiude la filiera e con l’ausilio di tutti gli operatori per seguire l’intento dell’amministrazione regionale che è quello di valorizzare e promuovere il territorio Marche. Compito e missione di questo distretto è questo, dando soddisfazioni economiche a tutti gli operatori. Fondamentale è fare rete, la collaborazione tra Regione, amministrazioni locali e attività economiche”. Ha evidenziato la presidente Tomassini.
Il Distretto
Nel Distretto Biologico Terre Marchigiane, pur con le differenze territoriali e culturali che lo contraddistinguono, l’agricoltura biologica è considerata lo strumento chiave per dare impulso all’economia locale e mantenere o migliorare la qualità del territorio, in alcuni casi minacciato dall’abbandono delle campagne, o sotto la pressione di un’agricoltura intensiva. Quello che caratterizza maggiormente il Distretto è l’approccio dal basso, che vede i produttori agricoli biologici i principali protagonisti. In sintesi, è un patto per lo sviluppo qualitativo del territorio mappato, sottoscritto dai produttori biologici, dalle amministrazioni locali e da tutti gli ambiti della società civile coinvolta.
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